IL ROMANISTA (T. CAGNUCCI) - Il 28 agosto del 1963 Martin Luther King pronunciava il famoso discorso dellI have a dream; il 28 agosto del 2010 il sogno dei tifosi della Roma è stato quello di battere i bianconeri del Cesena, che non sono proprio quelli del Borgorosso Football Club, però quasi. Insomma, non era nemmeno un gr
Fa parte della nostra letteratura anche trovare di fronte il portiere che ti para tutto nella maniera più clamorosa possibile, il Garella, il Piotti, ma stavolta lAntonioli della situazione ha esagerato: in quarantuno anni così non ha mai parato, nemmeno in quello che ha passato da campione dItalia. Chapeau, anzi no: pensiamo alla Roma, continuiamo a pensare soltanto alla Roma perché cè sempre e soltanto la Roma. E cè qualcosa che non va in questo cielo. Vucinic per esempio, oppure qualche scelta di Ranieri che lanno scorso non ha mai sbagliato nemmeno per sbaglio. Capita. Cè qualcosa che non va, la condizione di qualche giocatore, la continuità nellazione in partita e sbavature più o meno evidenti in tutti i reparti. Ma cè anche qualcosa che va e a questo punto del campionato non si può che pensare a questo. A un punticino piccolo piccolo che diventa qualcosa da non buttare soprattutto se lo confronti alla passata stagione iniziata più che male.
Ecco, ricominciamo da uno. Perché quello che funziona ha un nome e un cognome, e non è poco, ma quasi tutto (e non è solo per una vocale): si chiama Francesco Totti. In una partita così fastidiosa, così ostica, alla fine deludente, in una partita così in prosa, quello che ha fatto ieri il Capitano ha un valore - se possibile - maggiore rispetto allinestimabile che colleziona da ventanni a questa parte ogni volta. Non gli assist, i tiri in porta col destro o col sinistro, da vicino e da lontano, ma la corsa a riprendersi il pallone per batterlo dal fallo laterale quando manca un niente e crederci fa quasi male. Ha un sapore speciale quello che ha lasciato il capitano stanotte. E speciale anche quello che ha fatto in settimana e che è stato poco pubblicizzato: a Trigoria ha indossato la maglia che Di Bartolomei aveva quella notte col Liverpool, la "bianca luce". Il 28 agosto (sia del 63 sia del 2010) è anche SantAgostino che una stagione lha passata indossando anche la maglia del Cesena. Magari da quelle parti - lassù - era giusto così che finisse così. Con un punto, che è meglio di niente. Una lezione di umiltà. In fondo è così che i sogni si realizzano, anche battendo con il cuore un fallo laterale. Lo dovrebbero capire tutti. Non Totti.