
IL ROMANISTA (G. PIACENTINI) - Totti, Vucinic, Menez da una parte, Adriano e Mexes dallaltra. Promossi e bocciati (ma forse sarebbe meglio dire rimandati) del ritiro giallorosso appena concluso a Riscone di Brunico. Il primo guidato da Claudio Ranieri, che va messo anche lui dalla parte dei promossi perché è stato uno dei grandi protagonisti di questi 13 giorni di lavoro, che hanno dato alcune indicazioni interessanti al tecnico giallorosso. La prima è che cè assoluto bisogno di riscattare al più presto Nicolas Burdisso perché la difesa così comè non offre sufficienti garanzie, soprattutto in una stagione in cui la Roma dovrà disputare tra campionato, Champions League e Coppa Italia una sessantina di partite senza tirare mai il fiato.
JULIO SERGIO: Al suo primo ritiro da portiere titolare della Roma. Fino allo scorso anno era quello che rimaneva in campo per far provare i calci di punizione o gli schemi offensivi, quello che riportava in magazzino i palloni. Ora è il titolare indiscusso della porta giallorossa: il merito è tutto suo, che lo scorso anno ha disputato una stagione straordinaria e che questanno dovrà confermarsi. Sul fatto di riuscirci lui non ha dubbi, anzi, è il primo a scommettere su se stesso sfidando chiunque metta in dubbio le sue capacità: «Ci rivediamo il prossimo anno e ne riparliamo» ha risposto a chi in conferenza stampa gli aveva chiesto se era pronto a ripetersi. Dal punto di vista fisico ha accusato un piccolo problema muscolare nella seconda metà del ritiro che gli ha fatto saltare la gara con lAlto Adige. Contro gli arabi dellAl Sadd, però, è tornato a difendere la porta giallorossa e lo ha fatto alla grande: una paratona quella sul tiro a botta sicura di Da Silva nel primo tempo nellunica vera palla gol che ha dovuto fronteggiare. Questa è una delle caratteristiche di un grande portiere.
LOBONT: Un punto interrogativo. Non dà la sensazione di poter fare il primo in caso di necessità, però è un secondo che non sgomita e sa stare al suo posto. A Ranieri piace, e questa è lunica cosa che conta.
PENA: Al suo secondo ritiro con la prima squadra. La società gli ha rinnovato il contratto e in attesa di novità per
quanto riguarda il futuro di Doni, sarà lui il terzo portiere giallorosso. Per lui è arrivata anche linvestitura di Julio Sergio, che ha dichiarato che così comè, la Roma è coperta nel ruolo. Fisicamente rispetto allo scorso anno è cresciuto tantissimo, ora sta affinando anche la tecnica. Potrà crescere ancora in questa stagione.
PIGLIACELLI: Al suo primo ritiro coi grandi dopo aver appena vinto lo scudetto con gli Allievi Nazionali di Andrea Stramaccioni, che recentemente lo ha paragonato a un Peruzzi in erba. Per lui sono stati tredici giorni di emozioni intense e di esperienze da mettere nel cassetto. Il prossimo anno difenderà la porta della Primavera, ma si porterà dietro tutto il lavoro fatto coi preparatori Pellizzaro e Nanni, che sono rimasti impressionati dalle sue performances. Il futuro giallorosso è in buone mani.
ANDREOLLI: Non giudicabile. Nel senso che si fa fatica a notare la sua presenza. E troppo un bravo ragazzo per sgomitare, e questo rischia di essere un limite. In teoria sarebbe il quarto centrale alle spalle di Juan, Mexes e Burdisso (se tornerà): difficilmente rimarrà in giallorosso perché a 24 anni non può permettersi di perdere unaltra stagione.
ANTUNES: Contro lAl Sadd è partito titolare al posto di Riise. Se la Roma sta cercando da anni unalternativa
in quella zona del campo un motivo ci sarà. E destinato a lasciare Trigoria, sempre che ci sia una squadra disposta a prenderlo. Qualche anno fa era una promessa, ma non è mai sbocciato e non lo ha fatto nemmeno in questo ritiro. Ha bisogno di giocare, ed in questo senso la Roma non è assolutamente la squadra indicata per lui.
CASSETTI: Un ritiro col freno a mano tirato, il suo. Colpa di un infortunio muscolare che lo ha tenuto fuori per alcuni giorni nella seconda parte del ritiro. E il titolare della fascia destra anche se la carenza di centrali lo ha costretto a giocare da centrale contro lAl Sadd. A 33 anni non deve dimostrare più niente: di lui si sa tutto, pregi e difetti. Se la Roma avesse tanti soldi da spendere sul mercato potrebbe orientarsi su un esterno destro, ma visto che non è così Cassetti dovrà giocarsi il posto con Rosi.
CICINHO: Avrebbe preferito trovarsi a San Paolo a giocare la Libertadores piuttosto che a Riscone. Non è detto che presto non torni in Brasile o da qualche altra parte, ma per il momento dovrà accontentarsi di allenarsi con la Roma. Difficilmente lo vedremo titolare in partite che contano con la maglia giallorossa perché Ranieri non lo vede. E in attesa di sistemazione.
LORIA: E di passaggio in giallorosso. Si impegna, corre e fa gruppo ma lobiettivo della Roma è quello di venderlo
al più presto.
MEXES: Ritiro in chiaroscuro per Philippe. Parte bene e finisce male, forse a causa di un fisico che ha bisogno di più tempo per entrare in forma. Tutti, da Totti a Conti passando per Ranieri, puntano su di lui come protagonista per il prossimo anno e lui stesso ha giurato amore alla Roma dicendo che non andrà mai e poi mai alla Juventus. Una cosa è certa: deve migliorare, e pure in fretta. Perché la Roma ha bisogno che lui ritorni quello che con Spalletti era considerato uno dei difensori centrali più forti in Europa.
RIISE: Se sto bene le gioco tutte ha detto il norvegese in conferenza stampa. Meno male, perché da quella parte dietro di lui cè il vuoto. E un motorino inesauribile: sempre il primo a scendere in campo, è già in forma campionato. Ha segnato anche una tripletta, cosa per lui inusuale, nel primo test stagionale contro la Selezione Riscone-Brunico. Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo perché è una garanzia.
ROSI: Sta studiando per diventare Zambrotta. Con qualche anno di ritardo rispetto a quanto preventivato, forse con troppo ottimismo, da Luciano Spalletti cinque anni fa. Aleandro però sta crescendo e il giocatore che è tornato a Roma dopo tre anni di pellegrinaggio tra Verona, Livorno e Siena è senza dubbio un altro rispetto a quello che è partito. Atleticamente è tra i più in forma, deve migliorare ancora dal punto di vista tattico: bravissimo nella fase offensiva (nel Settore Giovanile nasce esterno alto), gli mancano alcuni movimenti in quella difensiva. Tante volte in questi giorni Ranieri si è fermato a parlare con lui, mostrandogli i movimenti da fare. E un giocatore sul quale la società punta molto, e può essere una delle rivelazioni della stagione.
BARUSSO: Non pervenuto. La Roma lo ha riscattato dal Rimini perché voleva rivenderlo allestero per liberare un posto da extracomunitario, poi è cambiata la regola ed è rimasto. Entro la fine del mercato sarà comunque ceduto. A Riscone ci ha messo tanto impegno ma ha degli evidenti limiti tecnici: contro lAlto Adige ha giocato addirittura da playmaker nel ruolo di vice-Pizarro, un esperimento da non ripetere mai più.
BRIGHI: Non ruba locchio ma cè sempre. E uno di quei giocatori che mantiene un rendimento costante per tutta la stagione, senza picchi né evidenti cali di forma. E un bel jolly per il centrocampo: contro lAl Sadd ha giocato trequartista nel 4-2-3-1 ma può giocare in tutti i ruoli del centrocampo, con qualsiasi modulo Ranieri decida di giocare.
CERCI: Sottotono. Qualche problema fisico gli ha impedito di allenarsi con continuità ma la sensazione è che psicologicamente non stia attraversando un grande momento. E sul piede di partenza: molte squadre lo vogliono (martedì sera a Bolzano cerano lallenatore e il ds del Bari a vederlo) ma la Roma non lo lascerà andare in prestito (né ovviamente in comproprietà) se prima non avrà rinnovato il contratto in scadenza il prossimo 30 giugno. Se non lo farà gli si prospetta una lunga stagione tra la panchina e la tribuna, a meno che non arrivi una società pronta ad investire da subito su di lui.
FATY: Bisognerebbe rintracciare chi in Francia qualche anno fa lo aveva etichettato come il nuovo Vieira. Non è cattiveria, ma dellex centrocampista dellInter Ricardo non ha proprio niente. E sempre disponibile con tutti e in allenamento si applica e fa quello che gli chiede Ranieri, che lo fa giocare anche come centrale di difesa. E una promessa non mantenuta e gli farebbe bene cambiare aria: lo vogliono in Premier League e chissà che proprio lì non riesca a diventare quel giocatore che a Roma in quattro anni non è diventato. GRECO: Paradossalmente è forse lunico giocatore nella rosa che ha caratteristiche che si avvicinano a quelle di David Pizarro. Peccato che a 24 anni lex capitano della Primavera non sia ancora diventato un giocatore pronto per certi palcoscenici perché le doti tecniche di certo non gli mancano. Entro la fine del mercato vestirà una maglia diversa da quella della Roma.
GUBERTI: Lesperienza alla Sampdoria lo ha fatto crescere, ma non dà lidea di essere ancora pronto per un palcoscenico importante come la Champions League. Ha disputato un buon ritiro ma il suo futuro dovrebbe essere lontano da Roma: piace a mezza serie A, ma solo alle squadre che a fine campionato dovrebbero occupare la parte destra della classifica.
PERROTTA: Ha iniziato la sua settima stagione in giallorosso. E uno dei leader di questa squadra, in campo e fuori. Dal punto di vista fisico per lui il ritiro è filato via senza alcun problema, e questa è già una vittoria perché lo scorso anno fu costretto a tornare a Roma dopo due giorni per un grave problema muscolare. Dal punto di vista tattico è uno degli insostituibili di Ranieri: può giocare ovunque e lo fa sempre con lo stesso rendimento. Ha una voglia di rivincita che spaccherebbe il mondo: è tra i più motivati e questo non può essere che un bene per il resto del gruppo.
PIT: E arrivato a ritiro iniziato e ha fatto in tempo anche a beccarsi una sfuriata colossale da parte di Ranieri perché non eseguiva al meglio unesercitazione tecnica. Ci piace ricordarlo per lassist ad Okaka in Roma-Siena dello scorso anno: la società gli troverà una sistemazione, probabilmente in serie B.
PIZARRO: Non giudicabile. In tredici giorni di ritiro ha collezionato tre mezzi allenamenti sul campo e tanta fisioterapia. Il suo ginocchio è stato oggetto di attenzioni da parte di tutti a Riscone: secondo qualcuno, ma le smentite sono arrivate numerose da società e staff medico, prima del ritiro si sarebbe addirittura operato per risolvere il problema di condrite che lo affligge dallo scorso gennaio. Lui per dimostrare il contrario ha fatto vedere a tutti il suo ginocchio intatto. Lui giura che sarà pronto per il 21 agosto, giorno della Supercoppa a Milano: speriamo perché è l lunico (oltre a Totti) insostituibile nella rosa della Roma.
SIMPLICIO: Per lui una sufficienza di stima e incoraggiamento. Ha fatto vedere buone cose nei primi giorni di ritiro e ha giocato (abbastanza bene) come vice-Pizarro nel primo test stagionale contro la selezione Riscone- Brunico. Poi alcuni piccoli problemi fisici gli hanno impedito di allenarsi al meglio. Da rivedere, anche se le premesse sono buone.
TADDEI: Rodrigo è uno di quelli che andrebbe preso ad esempio. Recentemente in conferenza stampa ha detto che purtroppo tra un allenamento e laltro bisogna tornare in albergo. Lui starebbe sempre in mezzo al campo, col pallone tra i piedi nudi. E innamorato del suo lavoro e questo lo porta a dare sempre qualcosa in più. Tatticamente è indispensabile, come Perrotta, perché consente a Ranieri di cambiare modulo più volte nel corso della stessa partita.
ADRIANO: Non è ancora Imperatore, ma i suoi progressi sono incoraggianti. Sempre sorridente si è presentato
con propositi bellicosi «voglio vincere lo scudetto» che dovrà mantenere sul campo. Per il momento è in evidente ritardo di preparazione rispetto ai suoi compagni si reparto ma partiva con una zavorra importante e la sua disponibilità al sacrificio non è in discussione. Ranieri ha detto che è ancora al venti per cento della condizione fisica: se fosse vero significherebbe che una volta arrivato al cento per cento sarebbe quello di una volta. Tatticamente lo ha schierato esterno nel tridente offensivo, che non è proprio il suo ruolo lui ha già detto che per giocare è disposto a fare tutto. Lo aspettiamo il 21 agosto per un gol allInter.
MENEZ: Jerry, come lo ha ribattezzato Ranieri, è di gran lunga il più in forma del gruppo. Ha lasciato in Francia il suo fratello gemello, quello musone e isolato che lo scorso anno non andava daccordo nemmeno con se stesso, ed ha finalmente fatto intravedere una parte delle sue enormi potenzialità. E un giocatore diverso, che può fare il definitivo salto di qualità e diventare uno dei talenti più importanti del calcio europeo. Ranieri lo ha provato come interno nel centrocampo a tre alle spalle del tridente, e non ha fatto male, ma contro lAl Sadd prima da esterno e poi da trequartista ha fatto vedere il meglio del suo repertorio: gol e assist a raffica, accelerazioni e cambi di passo. Oggi immaginare una Roma senza di lui è impossibile.
OKAKA: E andato via ragazzino ed è tornato uomo, nonostante la mamma Doris che ha seguito come faceva quando giocava nel settore giovanile tutti gli allenamenti di suo figlio. Lesperienza al Fulham lo ha maturato, ora è un giocatore completo. Corre, lotta e si mette al servizio dei compagni, e soprattutto ha trovato una freddezza sotto porta che era sempre stata il suo tallone dAchille. Prima del ritiro era in uscita perché Ranieri crede che debba andare a fare ancora un anno di esperienza, ma chissà che in queste (quasi) due settimane non abbia fatto cambiare idea al tecnico.
SCARDINA: Primo ritiro tra i grandi. Allenarsi con gente come Totti, Vucinic e Menez non può avergli fatto che bene. Dovrebbe andare in prestito al Livorno a farsi le ossa, ma lui è sicuramente uno dei giovani su cui puntare per il futuro.
TOTTI: Al suo diciannovesimo ritiro, è come se fosse ancora al primo. Ha detto di sentirsi un venticinquenne e in mezzo al campo sembrava proprio così. E in forma come lo avevamo visto poche altre volte. Se non avrà problemi fisici durante la stagione può segnare un gol a partita, poi altro che Baggio.
VUCINIC: Tra i più in forma del gruppo. Nelle prime due uscite stagionali ha fatto faville: fisicamente è già in forma campionato, tecnicamente non si discute. Se proprio gli dobbiamo fare un appunto prendiamo in prestito le parole di Zeman nellintervista al nostro giornale di qualche giorno fa. «Mirko è uno che può fare 30 gol a stagione». Deve essere più cinico sotto porta.
RANIERI: Un martello. Dal primo allultimo giorno di ritiro, non ha mollato di un centimetro. Lo abbiamo visto imbufalirsi con Pit, e questo serve a dare il senso del suo livello di attenzione nei confronti della squadra. Un allenatore vecchie maniere, di quelli col fischietto in bocca che ferma il gioco per far vedere ai suoi calciatori che movimenti devono fare durante la partitella. Ha provato già tre moduli diversi, e questa è lennesima dimostrazione della sua modernità dal punto di vista tattico, ma la sua scommessa più bella è il tridente, magari col supporto di Menez.