GASPORT (A.CATAPANO) - «È il momento di chiudere», dice un legale al termine dellincontro. Antonio Conte, uno degli avvocati di Rosella Sensi, si spinge oltre: «Forse domani (oggi, ndr) faremo un comunicato, ma non posso dire altro». Ha già detto abbastanza. Anche senza comunicazioni ufficiali, si è capito che ieri le parti si sono avvicinate e lunedì, sul tavolo di Cesare Ruperto, la bozza di accordo proposta da UniCredit per estinguere il debito Italpetroli sarà quella definitiva e la Sensi dovrà firmarla. Per il bene di tutti, e perché «per qualcuno ha ripetuto in più di unoccasione lo stesso Ruperto senza accordo il futuro sarà peggiore del presente».
Mancano i dettagli Lunedì, 5 luglio, rischia di diventare una data indimenticabile. La firma sullaccordo potrà sancire il passaggio della Roma e di tutti gli altri asset principali di Italpetroli aUniCredit, che ne affiderà gestione, valorizzazione e vendita ad un advisor, Rothschild, già scelto e in attesa di nomina. Ieri è stato fatto un significativo passo in avanti. Gli avvocati Carbonetti e Gambino hanno trovato unintesa di massima: il grosso dellaccordo cioè il passaggio alla banca della Roma e dei beni petroliferi è fatto, resta da intendersi sulla buonuscita della Sensi. Quali e quanti beni le resteranno da lunedì? Domani ci sarà un nuovo incontro tra i legali, necessario a limare questi dettagli. Probabilmente lultimo prima delludienza da Ruperto di lunedì. Ottimismo Nasce sempre dalla stessa considerazione: laccordo con la banca è la condizione posta da sindaci e revisori di Italpetroli per certificare il bilancio entro lassemblea del 7 luglio. Per questo gli stessi avvocati della Sensi da giorni spingono per trovare laccordo ed evitare che larbitrato vada a sentenza. Anche il sindaco Gianni Alemanno, al solito beninformato, tifa per «una soluzione che tuteli la squadra, bene prezioso della città. Incontrerò le parti, vigilerò attentamente, ormai siamo al nodo. Mi auguro un accordo». In fondo, cè da augurarselo anche per la Roma, che resta in stand by ma col rischio il prossimo mese di non pagare nemmeno gli stipendi ai dipendenti. Dalla cordata che verrà, in fase di allestimento, ieri si è sfilato Claudio Toti. «Ipotesi mai analizzata», ha detto a Mf Dow Jones. Nemmeno dalla banca.