Roma d’attacco, si può

20/07/2010 alle 10:46.

IL ROMANISTA (G.PIACENTINI) - Tridente sì, tridente no. E’ sempre questo il dubbio che ci assale ogni volta che vediamo la Roma al completo, almeno nel reparto offensivo. Lo scorso anno il dubbio era sul To-To-Vu (Toni, Totti, Vucinic), quest’anno tocca togliere il To di Toni e aggiungere l’Ad di Adriano. Per fortuna che Ad-To-Vu suona male, altrimenti saremmo stati costretti a portarcelo dietro per tutta la stagione. Il fatto che suoni male come pronuncia, però, non vuol dire che sia un tridente che non vedremo in campo nella prossima stagione, anzi.

che vediamo la Roma al completo, almeno nel reparto offensivo. Lo scorso anno il dubbio era sul To-To-Vu (Toni, , Vucinic), quest’anno tocca togliere il To di Toni e aggiungere l’Ad di Adriano. Per fortuna che Ad-To-Vu suona male, altrimenti saremmo stati costretti a portarcelo dietro per tutta la stagione. Il fatto che suoni male come pronuncia, però, non vuol dire che sia un tridente che non vedremo in campo nella prossima stagione, anzi.
 
L’esperimento contro la Selezione Riscone-Brunico, condizione fisica a parte, è da considerarsi positivo. Lo ha confermato anche Ranieri, che si è detto “intrigato” da questa soluzione e lo hanno ripetuto un po’ tutti quelli che hanno parlato in questi giorni. Da Perrotta a Vucinic passando per Fabio Simplicio: il tridente è possibile a patto che ci sia la disponibilità e il sacrificio di tutti.
 
Ranieri ha cominciato a provarlo fin dal primo giorno «perché lo scorso anno non ho avuto la possibilità di fare le prove» e questa è già un’indicazione sul fatto che il tecnico sembra intenzionato a cercare di far coesistere seriamente quello che ha definito come un «tridente importante».
 
Il test coi boscaioli non è stato probante, ma alcune indicazioni le ha fornite lo stesso. La prima è che in qualsiasi tridente manderà in campo Claudio Ranieri, la punta centrale sarà sempre e comunque (a meno di infortuni ovviamente) , con Vucinic e Adriano destinati a partire larghi. Ma mentre per il montenegrino giocare esterno non è mai stato un problema, per il brasiliano, abituato ad un tipo di gioco più statico in mezzo all’area di rigore, potrebbe essere un problema adattarsi a partire largo. Nella prima uscita stagionale lo ha fatto, alternandosi con Vucinic con il quale si è scambiato spesso la posizione: l’orientamento di Ranieri è comunque quello di farlo partire sulla destra in modo che possa rientrare sul sinistro e concludere in porta. Vucinic invece non ha nessun problema: destra, sinistra, centro, può giocare ovunque e questo, oltre alla sua facilità di corsa e ai suoi piedi brasiliani, ne fanno un punto fermo nella testa del tecnico, che infatti lo scorso anno non ha mai rinunciato a lui.
 
Sarà quindi l’Imperatore, quando Ranieri deciderà di mandare in campo il tridente, a doversi giocare il posto con un giocatore come Jeremy Menez. Il francese domenica ha giocato interno di centrocampo, ruolo in cui difficilmente lo vedremo in partite che valgono tre punti. Proprio due giorni fa Jeremy ha detto di aver parlato con Ranieri riguardo alla sua collocazione in campo e di aver detto al tecnico che preferisce giocare trequartista. Il tecnico però è convinto di poterlo utilizzare in tutte le posizioni dell’attacco, e soprattutto con qualsiasi modulo. Per questo il francese può diventare un jolly importante: esterno, o sinistro, nel tridente oppure trequartista (o esterno) nel e nel 4-4-2 a rombo e infine anche seconda punta nel 4-4-
2. Un’arma in più da sfruttare a seconda delle situazioni.
 
Una cosa è comunque certa: con , Vucinic, Adriano e Menez, senza contare Julio Baptista e Okaka che dovrebbero partire, le soluzioni offensive a Ranieri non mancano. Dovrà essere bravo lui a sfruttarle al meglio.
Una cosa è certa, per avere tanti attaccanti insieme bisogna avere anche la predisposizione al sacrificio. Lo scorso anno Eto’o con l’Inter ha fatto anche il terzino. «E’ un lavoro dispendioso - ha detto ieri Vucinic in conferenza stampa - però credo che si possa fare e siccome abbiamo la rosa ampia ci sarà qualcuno che sostituirà quello che è stanco». Insomma, si può fare.