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IL ROMANISTA - «Adriano? È il giocatore che è sempre mancato alla Roma in questi anni ». Non ha dubbi, Angelo Di Livio, oggi osservatore per la Federazione, dopo i due anni, dal 2006 al 2008, trascorsi nel settore giovanile della Roma («Sono andato via perché volevo fare tutti i corsi da allenatore. Nella Roma, però rassicura cho ancora mio figlio »). Parla a ragion veduta, il Soldatino, avendo avuto il brasiliano come compagno di squadra alla Fiorentina, sia pure per soli sei mesi. «Era un Adriano molto giovane dice quello che arrivò in prestito dallInter, a gennaio del 2002, per sostituire Enrico Chiesa, che si era fatto male ad inizio stagione».
Parla a ragion veduta, il Soldatino, avendo avuto il brasiliano come compagno di squadra alla Fiorentina, sia pure per soli sei mesi. «Era un Adriano molto giovane dice quello che arrivò in prestito dallInter, a gennaio del 2002, per sostituire Enrico Chiesa, che si era fatto male ad inizio stagione».
Cosa ti impressionò maggiormente di lui?
«A parte quello che faceva in campo, il fatto che fosse un ragazzo molto educato, rispettoso, con grande voglia di far bene ed imparare. Sempre a disposizione, sempre pronto ad ascoltare i consigli di tutti. Ricordo che si integrò subito nel gruppo. Fece davvero bene: uno spezzone di stagione fantastico. Sono molto fiducioso su di lui ».
Come vedi il suo arrivo in maglia giallorossa?
«Secondo me, Roma è la piazza sua. Sono convinto che qui potrà fare benissimo ed esaltarsi, come non gli era più riuscito a Milano. Perché lui è uno che ama le tifoserie calde. Lo vedevo anche a Firenze, dove ce nè una altrettanto calorosa. Penso che Roma sia la città ideale per fargli ritrovare motivazioni e voglia. In campo? Un giocatore completo. Bravo di testa, e con un tiro micidiale. Punta centrale, ma di movimento. Sono certo che con Totti saprà integrarsi benissimo. Così come con Vucinic. Adriano è un giocatore che può coesistere con tutti gli attaccanti che ha la Roma. Anche quellanno, a Firenze, fece molto bene con chi gli giocava accanto (6 gol in 15 partite, ndr). Andò a segno in tutti i modi: di testa, di piede, su punizione, nelle quali peraltro è bravissimo. Per me, è un attaccante che, se riesce a ritrovare lentusiasmo giusto, come quello che una città come questa è in grado di trasmettergli, può diventare un acquisto fondamentale per la Roma».
Giusto preferire lui piuttosto che la conferma di Toni?
«Bisogna dire che Toni ha comunque fatto bene e che ogni volta che è stato chiamato in causa ha dato il suo contributo. Dispiace che sia andato via. Messi a confronto, sono due grandi giocatori, ma molto diversi luno dallaltro. E secondo, me, attualmente, alla Roma serve proprio uno come Adriano. Che è anche più completo rispetto a Toni. Fa più movimento, sa proteggere meglio la palla... Poi, è chiaro che tutto dipende da lui, e dalla sua capacità di ritrovarsi, sia fisicamente che psicologicamente. Sa bene che Roma è una piazza esigente e che, quindi, dovrà presentarsi nel modo migliore possibile. Ma mi conforta sapere che cè Ranieri, un allenatore molto in gamba e bravissimo nel recuperare situazioni come questa. E allora, lo ripeto: sono davvero fiducioso e ottimista ».