Unicredit-Italpetroli ai supplementari

24/06/2010 alle 11:08.

CORSERA (D. BERSANI) - Si slitta e si tratta, a oltranza. C’è ancora un rinvio nell’interminabile querelle tra Unicredit e Compagnia Italpetroli, che aggiorneranno il proprio contenzioso il prossimo 5 luglio. Stavolta, però, potrebbe essere l’ultimo, prima di uno scontro totale senza esclusione di carte bollate. È stata una giornata interlocutoria ma importante quella di ieri, cominciata dopo mezzogiorno negli studi dell’avvocato Cesare Ruperto, presidente del collegio arbitrale designato per dirimere la controversia in atto tra l’istituto di credito amministrato da Alessandro Profumo, che vanta un credito di circa 325 milioni di euro, e la holding petrolifera controllante della A.S. Roma.

Rosella Sensi e il numero due di Unicredit Piergiorgio Peluso, accompagnati dai rispettivi legali, si sono trovati faccia a faccia per due ore e mezzo di colloquio, tra memorie e relazioni, appunti e contro deduzioni degli avvocati. Il tentativo di conciliazione è tuttora in corso e, senza una rapida intesa, si avvierà la procedura di arbitrato.

Fin qui le certezze, almeno secondo Ruperto: «Sicuramente non si potrà andare avanti in questo modo per molto altro tempo. Se il 5 luglio le parti non si saranno accordate, andremo a sentenza». È la sentenza che nell’iter di arbitrato si chiama lodo e sarebbe in ogni caso impugnabile da ciascuna delle parti in causa dinanzi alla Corte d’Appello dove ha sede l’arbitrato stesso (quindi a Roma) ed eventualmente in Cassazione, col ritardo enorme che potrebbe conseguirne. Il termine per il pronunciamento dell’arbitro è contemplato entro 240 giorni dal primo verbale di costituzione. Ruperto ha nuovamente invitato i legali dei Sensi a individuare una procedura riscontrabile di risanamento del debito, mentre Unicredit ha formulato la proposta di produrre elenco aggiornato degli asset del gruppo, compresi quei depositi petroliferi a garanzia di cui si parlò in sede di erogazione dei crediti concessi cinque anni fa e mai riscossi.

Ma su quali nodi imprescindibili verterà l’eventuale, auspicato, compromesso? E Unicredit sarà intransigente fino in fondo, chiedendo la cessione di tutti gli asset Italpetroli, Roma compresa, garantendo l’azzeramento del debito? Ed è realmente possibile che i revisori dei conti (la Bdo S.p.A.) concedano la certificazione del bilancio di Italpetroli anche in mancanza di un’intesa? Ancora. L’eventuale acquirente della Roma sarebbe scelto direttamente dalla famiglia Sensi - prevedendo magari un affiancamento iniziale nella gestione operativa - oppure se ne incaricherà direttamente la banca? Per avere le risposte esaustive a tutti questi interrogativi bisognerà aspettare i nuovi contatti che a partire da oggi precederanno l’ultimo round. Intanto, mentre i nuovi sviluppi della contesa hanno già suscitato l’inevitabile fibrillazione del titolo azionario a Piazza Affari, la società giallorossa si accinge a incassare la provvidenziale rata dei diritti televisivi Sky, attesa in tempo utile (domani) per consentire il pagamento degli stipendi ai calciatori relativi a marzo e aprile, indispensabili per l’iscrizione al campionato.