Roma, il rischio è di cadere in mani “incompetenti”

29/06/2010 alle 13:14.

CORSPORT - Pier Paolo Pasolini è ricordato ancora oggi come uno dei rari uomini di cultura capaci di parlare di calcio con pas sione e competenza. E così, osservando le partite del campionato del mondo, e il tatticismo esasperato che ha frenato lo spettacolo nella fase a gironi, mi è torna to in mente un suo paradosso di tanti an ni fa, con il quale sosteneva che il calcio dovrebbe essere tolto ai “competenti” e affidato agli “incompetenti”,

Va bene, i poeti del gol, gli “incompetenti”, o i negatori di schemi troppo rigi di e ripetitivi, sono necessari alle favole del calcio, ma se dal campo si passa al le panchine o al governo di una società, il discorso si rovescia. E stavolta parlia mo della Roma, che tra pochi giorni do vrebbe conoscere l’esito della vicenda che riguarda la proprietà. Il rischio che corre la squadra giallorossa è quello di passare nelle mani di nuovi padroni, fi nanziariamente senza problemi, ma cal cisticamente “incompetenti”. E non è ri schio da poco non solo per la Roma, ma per tutto il calcio italiano, in seno al quale la Roma rappresenta un valore di vertice. Il calcio è un’azienda atipica i cui bilanci rispettano regole che a volte irridono quelle matematiche. Nel calcio due più due non sempre fa quattro; a volte può fare cinque ed altre può fare tre. Alla guida di un’azienda dagli esiti produttivi così imprevedibili e capriccio si ci devono stare insomma autentici competenti, forgiati dall’esperienza, che è la sola competenza che conta. Sinora la Roma, pur nella disperante pochezza delle risorse, è stata gestita con passio ne e competenza, puntando non solo al la sopravvivenza, ma inseguendo la scia di miracoli sportivi apparsi sempre pos sibili. Oggi, come ieri, c’è più che mai bi sogno di “competenti” appassionati die tro la sua scrivania.