IL ROMANISTA (D.GALLI) - Inter e Genoa sono nei guai. Moratti e Preziosi sono stati deferiti dalla Procura Federale per avere trattato in prima persona, nel 2009, le operazioni che hanno portatoThiago Motta e Milito in nerazzurro e Acquafresca in rossoblù (poi ceduto in prestito allAtalanta). Peccato che non potessero: Preziosi era inibito dal 27 maggio 2005.
La Procura Federale convoca Preziosi e il presidente, davanti a un collaboratore di Palazzi, conferma quelle dichiarazioni. Moratti fa lo stesso. Il presidente dellInter dice «di avere invitato a colazione Preziosi un giorno della fine di maggio» (...), «ma di non aver parlato con lui di mercato di calciatori». Il passaggio chiave è appena successivo. Secondo Moratti, quanto detto da Preziosi nellintervista a "telenord.it" «doveva riferirsi ai contatti ed incontri che si tenevano tra le dirigenze dellInter e del Genoa e non di quanto ci siamo detti io e Preziosi nel corso dellincontro del maggio scorso. Ma la Procura non gli crede: «Gli altri tesserati ascoltati (...) hanno evidenziato - viene spiegato nel deferimento - che gli incontri relativi alla cessione reciproca dei calciatori tra le due società sono avvenuti nel successivo mese di giugno». È su questo che si fonda il teorema accusatorio. Per Palazzi, laffare Milito- Motta-Acquafresca sarebbe stato definito già a maggio. Da Moratti e da Preziosi e non dai dirigenti, che avrebbero avuto, quindi, solo un ruolo secondario. Ripetiamo: Moratti non poteva chiudere alcuna operazione direttamente con linibito Enrico Preziosi. Per la Procura, Moratti e Preziosi hanno violato gli articoli 1, comma 1 e larticolo 10, comma 1, del Codice di Giustizia Sportiva (Preziosi, anche larticolo 19, comma 2, lettera a). LInter è stata deferita per responsabilità diretta, il Genoa per responsabilità oggettiva. Se le accuse saranno provate, i rossoblù pagheranno unammenda. Mentre i nerazzurri rischieranno addirittura la B. Altrimenti, se la caveranno con una multa e una mini-inibizione. Come dire, con un buffetto.