Marchisio canta «Roma ladrona» a Ginevra durante l’Inno di Mameli

07/06/2010 alle 05:52.

IL ROMANISTA (C.ZUCCHELLI) - La difesa arriva nel tardo pomerggio, quando ormai il danno è fatto. E non è neanche troppo convincente. Claudio Marchisio non si presenta davanti a microfoni e taccuini, ma affida al suo procuratore alcune scarne frasi per chiudere - o almeno così pensa lui - il caso: «Nessuna parola offensiva, semplicemente ero fuori tempo con la banda e il mio labiale può essere sembrato non in sintonia con l’inno».

Tutto comincia ieri mattina. Su Internet circola un video, con a fare da gran cassa di risonanza, in cui ci sono le immagini dell’inno cantato dai giocatori azzurri sabato sera a Ginevra, nell’ultima amichevole giocata contro la Svizzera. Si vede Marchisio che canta: «Che schiava di Roma...Ladrona... Iddio la creò». No, non è possibile. Non può averlo detto. Lo zoom della regia, allora, stringe sulla bocca del centrocampista proprio nel momento della frase incriminata e il labiale sembra non consentire altre interpretazioni. Non solo: ad avvalorare questa tesi c’è la reazione dei compagni di squadra vicini a lui. Cannavaro e Iaquinta si girano e lo guardano stupiti. L’attaccante accenna addirittura un sorriso. Persino Gilardino, accanto a Cannavaro, se ne accorge e si volta. Passano le ore, sul web cresce l’indignazione. Non solo a Roma, ma in tutta Italia. I telefoni diventano incandescenti, quello che doveva essere un giorno di riposo per lo staff della Nazionale diventa, invece, un giorno di super lavoro. «I giocatori devono pensare solo al Mondiale», dicono fonti azzurre.

«Mandarlo via dal gruppo? Ma per favore...» spiega invece Lippi da Viareggio, dove sta trascorrendo le sue ore di libertà. Tutti cercano di fare quadrato intorno a lui. La politica tace. Il video, in serata, viene rimosso da Youtube. E pazienza se c’è da passare sopra a un’intera à che chiede spiegazioni. O, quantomeno, giustificazioni convincenti. Non arriva nulla di tutto questo. Arrivano solo le parole di Marchisio. Dello "stonato" giocatore che andava «soltanto fuori tempo».