IL ROMANISTA (D.GIANNINI) - JULIO BAPTISTA, più che una "bestia", un tesoro. Quello che potrebbe entrare nelle casse della Roma se, come sembra, il brasiliano verrà ceduto nel corso di questo mercato. Il suo valore? Intorno ai 6 milioni di euro, forse 7, o magari anche di più. Dipende da
Nel test giocato e vinto agevolmente 5-1 contro la Tanzania, lattaccante giallorosso non ha infatti giocato neppure un minuto. Magari Julio si rifarà già martedì prossimo, quando si farà sul serio e in palio ci saranno i tre punti. Ma dopo il Mondiale quale sarà la destinazione di Baptista? A quanto pare non il Genoa, che in un primo momento sembrava interessato. E invece ieri il presidente rossoblu Preziosi ha detto che non è un obiettivo del grifone. In ogni caso gli acquirenti non dovrebbero mancare. In fin dei conti, Baptista non sarà tornato la "bestia di Siviglia", come si augurava Ranieri, ma è comunque un giocatore che ha tolto il posto in nazionale a Ronaldinho e che ha giocato nelle squadre più forti dEuropa.
Uno che ha pagato il fatto di non avere un ruolo ben chiaro, pur essendo in possesso di doti tecniche, fisiche e di un buon carattere. Per i primi due deve ringraziare la natura anche se al momento della nascita nessuno avrebbe pensato che quello scricciolo potesse arrivare ad avere il fisico statuario di oggi: «Pesavo solo 2 chili e 100 grammi - ha raccontato alla tv brasiliana -. Ogni tanto con mia mamma ricordiamo quando inciampai e caddi dentro una scatola da scarpe». Era minuscolo Julio, ma è cresciuto velocemente. Al suo fianco cerano sempre i nonni («Mi hanno dato tutto e non mi hanno fatto mancare nulla»), tanti cugini e la mamma, Donna Vilma. Alla quale Julio è legatissimo: «È il fondamento, il centro della mia vita. E riuscita a darmi leducazione. Ciò che ho oggi lo devo a lei. Ogni volta che posso ricambiare, lo faccio». Un ragazzo legato alla famiglia e appassionato di musica («ma è una cosa tutta sua - ha rivelato la zia Nair -. Nessuno in famiglia ha una particolare predilezione»). Un ragazzo sempre allegro, sorridente. E ai suoi denti ci tiene tanto: «Bisogna starci attenti - spiega lui -. Ogni due mesi vado dal dentista per vedere se la situazione sta cambiando. Il sorriso è la cosa più importante».