IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Francesco Totti non tornerà in Nazionale e quindi non parteciperà alla prossima avventura in Sudafrica. Ma, aggiungiamo subito, sulla scelta di Lippi non ha alcuna influenza il calcione a Balotelli sul finire di Inter-Roma di mercoledì sera. Il giudizio è tecnico e basta. E il capitano giallorosso, già da qualche settimana, aveva capito di aver perso il mondiale.
Il «fallo di frustrazione», utilizzando lo stesso termine usato da Claudio Ranieri e Daniele De Rossi, resta esclusivamente nel perimetro di Trigoria. Sarà analizzato lì anche nei prossimi giorni, con il coinvolgimento del calciatore, dellallenatore, dei dirigenti e della proprietà. Scontate la squalifica, almeno tre turni (il giudice sportivo si pronuncerà lunedì), e la multa, pesante in relazione allo stipendio (Totti guadagna 5 milioni netti a stagione). Rosella Sensi è dispiaciuta, Gian Paolo Montali pesa le parole: «Il primo a essere triste è proprio Francesco, sa quello che ha fatto. Questa però è una cosa che non è da Roma e a noi non deve capitare, siamo sempre stati un esempio fin dallinizio del campionato. Cè un regolamento interno e tra noi decideremo se prendere provvedimenti». Taddei pagò 45 mila euro per lespulsione di Udine (insulti allassistente) e quindi il capitano rischia una sanzione più salata.
E, però, dal quarantaquattresimo minuto del secondo tempo che bisogna ripartire. Totti che insegue Balotelli e, da dietro, gli piazza il colpo proibito: un destro sulla tibia dellavversario. Perché? La spiegazione di Francesco, messa per iscritto sul suo sito Internet, è semplice: «In gare del genere può capitare di essere nervosi. Ma sul campo non si riescono sempre ad ignorare offese così pesanti, dirette ad infangare una città ed un intero popolo. Soprattutto poi quando questi continui e costanti insulti provengono sempre dalla stessa persona che fa della provocazione sistematica il suo biglietto da visita». Insomma, pur ammettendo di aver sbagliato, chiarisce il suo gesto. Finita la partita ne ha parlato anche con i giocatori dellInter. Con Zanetti, con Materazzi. Si è scusato per quella reazione, motivandola, con due che spesso hanno avuto problemi con il compagno di squadra, ultimo proprio il difensore, dopo Inter-Barcellona: Materazzi avrebbe aggredito Balotelli negli spogliatoi, secondo la versione di Raiola, manager dellattaccante.
«Mi ha provocato e insultato. E non ho dimenticato quanto fece a San Siro lanno scorso», laltra puntualizzazione di Totti, lasciando lOlimpico sotto la pioggia. A quanto pare, però, durante la finale Balotelli sarebbe stato piuttosto pesante con Francesco. «Sei finito» loffesa che più lo ha ferito, la stessa che gli rivolse Baronio al termine del derby del 18 aprile scorso. Poi le altre. La più gettonata: «Romani di m...». In più lattaccante per due volte si sarebbe portato le mani, in modo provocatorio, sul basso ventre, come poi ha fatto pure Chivu per tre volte, rivolgendosi alla tribuna Tevere, a fine gara. Balotelli fa sapere a sua volta di essere stato insultato.
Ma il nervosismo di Totti non può essere dipeso solo dagli atteggiamenti di Balotelli. Francesco in campo è entrato irritato per lesclusione dalla formazione di partenza: una mazzata ritrovarsi in panchina nella finale allOlimpico. Stato danimo comprensibile. Senza fare polemica, il capitano lha ritenuta unoffesa. E, conoscendolo, peggiore di quelle ricevute da Balotelli.
Con Ranieri, però, il rapporto resta decente. Entrambi, giustamente, già hanno voltato pagina. Del resto il tecnico, nel presentargli lesclusione, ha usato tatto e garbo. E, non considerandolo uno come tutti gli altri soprattutto in una situazione del genere, lo ha avvertito in anticipo, rispetto a quanto fa di solito. Mercoledì a Trigoria, prima di pranzo, senza aspettare la riunione tecnica del pomeriggio. La sintesi del discorso dellallenatore: «Mi dispiace, ma non ti faccio partire titolare: preferisco inizialmente provare a contenere lInter e sono convinto che mi puoi essere più utile in corsa quando loro saranno più stanchi. In più, mi servi in campo a fine partita, se andiamo ai rigori».
«È vero, ho sbagliato: ma la cosa brutta è che al gol di Parma tutti ti chiamano, passano tre giorni e ti ritrovi solo con gli amici di sempre» lamara riflessione di Totti che ieri è stato il primo a presentarsi a Trigoria, dopo aver accompagnato i figli a scuola. Abbattuto, silenzioso e rabbuiato. Niente campo e pallone, solo fisioterapia e palestra. Ha cercato Ranieri, arrivato più tardi, senza trovarlo. Poi è stato il tecnico a farsi vivo: niente da fare. Poi lincontro, nella sala medica, per un colloquio breve, cinque minuti: il dispiacere di Francesco per il gesto, la carica dellallenatore che adesso vuole due successi nelle ultime due gare di campionato. Contro il Cagliari, il capitano sarà titolare.
Ma una frase di Ranieri, detta in conferenza stampa nel dopo gara, si può collegare alla decisione di Lippi di tenerlo fuori dalla lista dei trenta per il mondiale: «Fatica a giocare ogni tre giorni». Il cittì, pur condannando il calcione e al tempo stesso conoscendo bene le provocazioni di Mourinho e in assoluto degli interisti, lo tiene fuori perché non lo ritiene idoneo per lo scontro fisico. La stagione di Totti, tormentata dagli infortuni, non dà garanzie nemmeno per un ruolo di dodicesimo giocatore in Sudafrica. Per una mezzora in campo.