Totti, niente Nazionale

07/05/2010 alle 11:13.

IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Francesco Totti non tornerà in Nazionale e quindi non parteciperà alla prossima avventura in Sudafrica. Ma, aggiungiamo subito, sulla scelta di Lippi non ha alcuna influenza il calcione a Balotelli sul finire di Inter-Roma di mercoledì sera. Il giudizio è tecnico e basta. E il capitano giallorosso, già da qualche settimana, aveva capito di aver perso il mondiale.



Il «fallo di frustrazione», utilizzando lo stesso termine usato da Claudio Ranieri e , resta esclusivamente nel perimetro di Trigoria. Sarà analizzato lì anche nei prossimi giorni, con il coinvolgimento del calciatore, dell’allenatore, dei dirigenti e della proprietà. Scontate la , almeno tre turni (il giudice sportivo si pronuncerà lunedì), e la multa, pesante in relazione allo stipendio ( guadagna 5 milioni netti a stagione). Rosella Sensi è dispiaciuta, Gian Paolo Montali pesa le parole: «Il primo a essere triste è proprio Francesco, sa quello che ha fatto. Questa però è una cosa che non è da Roma e a noi non deve capitare, siamo sempre stati un esempio fin dall’inizio del campionato. C’è un regolamento interno e tra noi decideremo se prendere provvedimenti». Taddei pagò 45 mila euro per l’espulsione di Udine (insulti all’assistente) e quindi il capitano rischia una sanzione più salata.



E’, però, dal quarantaquattresimo minuto del secondo tempo che bisogna ripartire. che insegue Balotelli e, da dietro, gli piazza il colpo proibito: un
sulla tibia dell’avversario. Perché? La spiegazione di Francesco, messa per iscritto sul suo sito Internet, è semplice: «In gare del genere può capitare di essere nervosi. Ma sul campo non si riescono sempre ad ignorare offese così pesanti, dirette ad infangare una à ed un intero popolo. Soprattutto poi quando questi continui e costanti insulti provengono sempre dalla stessa persona che fa della provocazione sistematica il suo biglietto da visita». Insomma, pur ammettendo di aver sbagliato, chiarisce il suo gesto. Finita la partita ne ha parlato anche con i giocatori dell’Inter. Con Zanetti, con Materazzi. Si è scusato per quella reazione, motivandola, con due che spesso hanno avuto problemi con il compagno di squadra, ultimo proprio il difensore, dopo Inter-
: Materazzi avrebbe aggredito Balotelli negli spogliatoi, secondo la versione di Raiola, manager dell’attaccante.




«Mi ha provocato e insultato. E non ho dimenticato quanto fece a San Siro l’anno scorso», l’altra puntualizzazione di , lasciando l’Olimpico sotto la pioggia. A quanto pare, però, durante la finale Balotelli sarebbe stato piuttosto pesante con Francesco. «Sei finito» l’offesa che più lo ha ferito, la stessa che gli rivolse Baronio al termine del derby del 18 aprile scorso. Poi le altre. La più gettonata: «Romani di m...». In più l’attaccante per due volte si sarebbe portato le mani, in modo provocatorio, sul basso ventre, come poi ha fatto pure Chivu per tre volte, rivolgendosi alla tribuna Tevere, a fine gara. Balotelli fa sapere a sua volta di essere stato insultato.



Ma il nervosismo di non può essere dipeso solo dagli atteggiamenti di Balotelli. Francesco in campo è entrato irritato per l’esclusione dalla formazione di partenza: una mazzata ritrovarsi in panchina nella finale all’Olimpico. Stato d’animo comprensibile. Senza fare polemica, il capitano l’ha ritenuta un’offesa. E, conoscendolo, peggiore di quelle ricevute da Balotelli.



Con Ranieri, però, il rapporto resta decente. Entrambi, giustamente, già hanno voltato pagina. Del resto il tecnico, nel presentargli l’esclusione, ha usato tatto e garbo. E, non considerandolo uno come tutti gli altri soprattutto in una situazione del genere, lo ha avvertito in anticipo, rispetto a quanto fa di solito. Mercoledì a Trigoria, prima di pranzo, senza aspettare la riunione tecnica del pomeriggio. La sintesi del discorso dell’allenatore: «Mi dispiace, ma non ti faccio partire titolare: preferisco inizialmente provare a contenere l’Inter e sono convinto che mi puoi essere più utile in corsa quando loro saranno più stanchi. In più, mi servi in campo a fine partita, se andiamo ai rigori».



«È vero, ho sbagliato: ma la cosa brutta è che al gol di Parma tutti ti chiamano, passano tre giorni e ti ritrovi solo con gli amici di sempre» l’amara riflessione di che ieri è stato il primo a presentarsi a Trigoria, dopo aver accompagnato i figli a scuola. Abbattuto, silenzioso e rabbuiato. Niente campo e pallone, solo fisioterapia e palestra. Ha cercato Ranieri, arrivato più tardi, senza trovarlo. Poi è stato il tecnico a farsi vivo: niente da fare. Poi l’incontro, nella sala medica, per un colloquio breve, cinque minuti: il dispiacere di Francesco per il gesto, la carica dell’allenatore che adesso vuole due successi nelle ultime due gare di campionato. Contro il Cagliari, il capitano sarà titolare.



Ma una frase di Ranieri, detta in conferenza stampa nel dopo gara, si può collegare alla decisione di Lippi di tenerlo fuori dalla lista dei trenta per il mondiale: «Fatica a giocare ogni tre giorni». Il ì, pur condannando il calcione e al tempo stesso conoscendo bene le provocazioni di Mourinho e in assoluto degli interisti, lo tiene fuori perché non lo ritiene idoneo per lo “scontro fisico”. La stagione di , tormentata dagli infortuni, non dà garanzie nemmeno per un ruolo di dodicesimo giocatore in Sudafrica. Per una mezz’ora in campo.