L'urlo di Totti: "Ci saremo fino a fine stagione"

03/05/2010 alle 11:57.

IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - «C’eravamo, ci siamo e ci saremo fino alla fine». Questo è. Francesco Totti non vuole lasciare niente a nessuno e va oltre il risultato di Lazio-Inter. Perché lo spirito che deve accompagnare i giallorossi in questo finale di stagione deve essere quello di Parma. La Roma, proprio allo stadio “Tardini”, ha ripreso a correre, anche e soprattutto grazie al capitano: secondo gol consecutivo e stavolta Francesco se lo gode perché la sua squadra ha portato a casa i tre punti, non come contro la Sampdoria.

Un gol a pallonetto, il suo. Pallonetto, lo chiamiamo così, sperando che non si offenda nessuno. Siamo nell’epoca in cui l’aggancio, se delicato e bello, è al cachemire, la spallata è diventata la sportellata e il pallonetto è sempre il cucchiaio. Qualsiasi nome si voglia dare a quel gol, comunque la palla l’ha mandata in rete per la centonovantesima volta in serie A (la quattordicesima al Parma) e ora ha raggiunto al sesto posto della classifica dei marcatori di sempre del nostro campionato, Kurt Hamrin, con Baggio a quota 205 in quinta posizione. Proprio Codino ora è il suo prossimo obiettivo. Dodicesima rete in questo campionato, una in meno di Vucinic, attuale cannoniere della Roma. Il primo 12 gol in 22 presenze con 1.626 minuti giocati, il secondo 33 volte in campo, 13 reti in 2.459 minuti giocati. Altri dati: a Parma la quattrocentesima da capitano (311 volte in Serie A, 63 nelle coppe europee, 23 in Coppa Italia e 3 circostanze in Supercoppa italiana).

Francesco sta pian piano ritrovando una certa brillantezza fisica, oltreché psicologica, buona ovviamente per la Roma e magari per la Nazionale di Lippi (il capitano romanista non sarà presente allo stage della Borghesiana, ma in Sudafrica qualche possibilità di andarci ce l’ha, eccome). Un gol a Parma, un assist, un palo. Una prestazione vera, non da comparsa affaticata. Alla fine, ha pure messo a disposizione la sua esperienza: ha conquistato punizioni preziose, ha tenuto palla e soprattutto l’ha tenuta lontano dalla sua porta, facendo ammonire più di un avversario ed espellere Jimenez. Questo ha fatto parecchio arrabbiare Mirante, del Parma. Visibile l’alterco tra i due nel finale di partita e subito dopo. «Pensava stessi perdendo tempo, ma non era vero. Stavo solo cercando di tenere palla, senza mancare di rispetto a nessuno», la precisazione di .

C’è anche chi ha protestato per il gol: fallo di mano, di polso, di niente? «L’ho presa tra spalla e collo. Nessuna irregolarità. Mirante non ha nemmeno protestato. In campo si sono lamentati di un possibile fuorigioco, che nemmeno c’era».

Due giornate alla fine, il traguardo è lì, va scoperto tra quindici giorni. «Noi dobbiamo vincere con Cagliari e Chievo, poi tireremo le somme. L’Inter? Una squadra che può metterla in difficoltà è il Siena, retrocessa, ma che onorerà il campionato fino alla fine».

Quel che conta intanto è che la Roma ha rialzato la testa a Parma, quando era invece prevedere una caduta quantomeno psicologica, vista l’inaspettata sconfitta con la Sampdoria. «Invece siamo riusciti a sfoderare una bella prestazione, intensa. Abbiamo vissuto una partita emozionante, fatta di passione e volontà di ferro. E tutti noi, il tecnico, i tifosi e la squadra, abbiamo confermato la cosa più importante, che ci siamo. E come detto, ci saremo fino all’ultimo secondo dell’ultima giornata di campionato».