IL MESSAGGERO (E. MAIDA) - Anche a costo di rischiare la banalità, credo che molto, se non tutto, dipenderà da Totti. Perché nessuno come lui sente questa partita, perché nessuno come lui può sbagliarla o indovinarla in funzione dei sentimenti, di unintuizione, di uno sberleffo.
Il derby non è una partita qualunque, anche se ce ne sono tanti: solo ieri in Europa se ne sono giocati quattro, da Mosca a Londra passando per Barcellona e Manchester. Succede sempre qualcosa di particolare, unemozione, un rimpianto, un moto di rabbia, un gol allultimo istante come quello che ha premiato leterno Ferguson.
Francesco Totti, in questo senso, incarna perfettamente la figura epica che ci si aspetta in questo straordinario romanzo popolare. Lui può vincere o perdere il derby perché lui è il simbolo, leroe o il nemico da abbattere, secondo i punti di vista. Lui è quello che si permette di sfottere gli avversari dopo una vittoria, ben sapendo che per questo sarà atteso al varco. Lui è quello che avrà faticato a prendere sonno pensando e ripensando al film di una partita perfetta e quindi impossibile. In questi giorni, discutendo sulle probabili formazioni scelte da Reja e Ranieri, si è arrivati perfino a prendere in considerazione lidea che Totti cominci il suo derby in panchina. Ecco, questa è una cosa che non riesco davvero a immaginare. Totti giocherà e in ogni caso metterà la sua firma su questa partita che non finirà mai.