LA REPUBBLICA - A meno di grandi regali interisti probabilmente la corsa scudetto della Roma si ferma qui. Si era detto che da quando era cominciato il gioco dei sorpassi e dei controsorpassi con lInter non erano più ammessi passi falsi e laRoma ne ha commesso uno gravissimo, forse fatale, facendosi sorprendere e sorpassare, appunto, dallaSampdoria. Alle 21 di ieri sera lo stadio era tutto una festa dopo il gol di Totti perché si sentiva lo scudetto in tasca. Più o meno unora e mezzo dopo era sceso il gelo per la doppietta di Pazzini. La Roma ha prodotto talmente tanto nel primo tempo, da trasformare poi la sconfitta in una specie di suicidio. Un qualcosa di molto simile
Curioso: alla fine più della voglia di scudetto della Roma, ha contato la voglia di Champions della Samp (assente dal 1992) che - a differenza della Roma - è riuscita a controsorpassare il Palermo al quarto posto. Si ferma in una serata di aprile la lunghissima corsa giallorossa: 24 partite senza sconfitte (lultimo ko era stato il 28 ottobre a Udine) e 6 vittorie consecutive. Considerato da dove era partita è comunque unimpresa enorme, ma allo scudetto la squadra e i tifosi avevano fatto la bocca, eccome. La gente aveva riempito tutti gli spazi possibili dellOlimpico, nemmeno fosse la finale diChampions League. Si diceva che la Samp fosse lostacolo più difficile, e infatti lo è stato.
E poi nella Samp gioca Cassano, verso cui tutti nutrono amore e odio, che è stato accolto nei meandri dellOlimpico dai grandi abbracci di Bruno Conti & C. Proprio a Cassano la Roma ha lasciato inizialmente lunico brivido possibile, lattaccante fermato ingiustamente nei primi istanti di partita per un fuorigioco che non cera. Da quel momento in poi i fantasisti della Roma hanno preso tutto il potere in campo. Totti, Menez e Vucinic, il tridente leggero scelto daRanieri, ha preso a muoversi con grande imprevedibilità, seminando lo scompiglio tra le linee della squadra di Del Neri. Per ridare smalto ed equilibrio alla Roma Ranieri aveva rinunciato a Toni per mettere dentro Menez. Il tridente leggero ha prodotto quasi subito il gol del vantaggio della Roma, merito soprattutto di un ottimo Vucinic, in vezzose scarpette viola, che nella prima metà della partita è stato micidiale con le sue sgroppate sulla sinistra. È stato lui a servire a Totti la palla del vantaggio (il capitano non segnava dal 23 gennaio, dalla partita con la Juve a Torino) ed è stato ancora lui a servire ancora Totti per il possibile raddoppio che invece Storari ha deviato sul palo. In quella fase la Roma ha sprecato così tante occasioni (ancora con Vucinic e Menez) da commettere lerrore più grave della sua partita. Si è creduta troppo superiore, si è guardata troppo allo specchio, ed ha finito pure per innervosirsi.
Proprio sul finale del primo tempo cè stato un clamoroso litigio tra Perrotta e Vucinic, con il primo che rimproverava il secondo di non passare la palla sotto rete. Totti è dovuto intervenire per spingere via il montenegrino che sembrava aver lintenzione di passare quasi alle vie di fatto. Un bruttissimo segnale. Una Samp rinvigorita dagli innesti azzeccati di Delneri (Tissone e Mannini) ha piazzato i colpi del ko nel secondo tempo. Prima il gol dell1-1 con la solita combinazione Cassano-Pazzini (cross da sinistra e testa dellattaccante) che avevano già contrassegnato le precedenti tre vittorie blucerchiate, e poi ancora il raddoppio del Pazzo di piatto destro preciso su cross di Mannini. Inutile da parte di Ranieri giocarsi il jolly di Toni: un suo tiro di testa è stato sventato dal prodigioso Storari. Nel momento in cui lattaccante blucerchiato saliva a quota 17 gol, candidandosi alla grande per il Mondiale, lOlimpico ammutoliva vedendo sfumare gran parte dei suoi sogni.