Poeti maledetti. Best, Cantona e gli altri: un whisky dietro la bandierina

23/04/2010 alle 12:00.

IL ROMANISTA (M.IZZI) - I Geni maledetti sono una merce che nel mondo del calcio è sempre stata abbondante. Volete esempi in casacca nerazzurra? Vi servo subito iniziando da Karl Lennart Skoglund (detto Nacka dal nome del quartiere di Stoccolma da cui proveniva). Per dare un’idea della sua mostruosa classe basterà dire che quando a 19 anni gli osservatori del San Paolo lo videro all’ opera nella nazionale svedese durante i mondiali del 1950, cercarono di acquistalo offrendo 10.000 dollari in contanti all’AIK Soina, il suo club di appartenenza.

La fragilità di certi campioni non ha nulla a che fare con un quartetto mica da ridere composto da Passarella (altro ex interista), Asprilla, Cantona ed Edmundo. Daniel Passarella, capitano dell’Argentina Campione del Mondo 1978 è stato un giocatore di quelli che nascono una volta ogni 100 anni: potente, generoso, tremendamente cattivo e furbo… oltre che completamente fuori controllo. Appena arrivato a Firenze, di fronte all’Artemio Franchi, Daniel riconobbe il conduttore di una trasmissione radiofonica che lo aveva criticato. Lo raggiunse, lo sollevò mettendogli l’indice sotto al collo e poi gli disse: «Tu parli male di me. Perché parli male di me? Tu non devi più parlare di me. Per te Passarella non è mai venuto a Firenze. Altrimenti ti stacco la testa». Dopo una gara deludente contro l’Università Craiova, in Coppa UEFA, a criticarlo provò il presidente viola Pontello. Quando l’argentino lo vide negli spogliatoi gli disse: «Ehi , nella partita di ritorno lei non venga allo stadio. Non si faccia vedere, perché io non la faccio entrare». Si potrebbe continuare ricordando il famoso calcio assestato nel marzo del 1987 a un raccattapalle che ritardava la rimessa in gioco del pallone, ma il concetto ci sembra chiaro.

Del buon Faustino Asprilla si ricordano i dribbling entusiasmanti, ma fuori dal campo ha distrutto una 164, è stato multato per aver filmato con una telecamera il passaggio nel centro di Parma mentre guidava, e ha fatto parlare di sé per una presunta love story con una pornostar, per aver posato nudo per una rivista colombiana e per essere stato protagonista, nel capodanno del 1995, di una sparatoria in un night di un’isola caraibica.

Altro elemento mica da ridere è Eric Cantona. Nel 1991 mentre militava con il Nymes scagliò il pallone contro l’arbitro. La federazione francese lo sospese per un mese e lui diplomaticamente definì tutti i membri della commissione degli “idioti”. Trasferitosi al Manchester United divenne il dominatore assoluto della premier League e in una trasferta colpì con un colpo di Kung Fu un tifoso del Crystal Palace che lo aveva insultato. Per Edmundo avremmo bisogno di due edizioni del Romanista. Malesani una volta provò a metterlo in panchina, la sera stessa, “O Animal” s’imbarco per il Brasile: «Nessuno mi ha mai messo in panchina, nemmeno quando avevo 8 anni. Non torno più». Tornò invece, ma con Trapattoni, mentre la era in lotta per lo scudetto, scappò in Brasile per il carnevale di Rio, come prescritto dal suo contratto. Una volta cercò di mordere un avversario. Nella galleria manca George Best, ma si è fatto volere troppo bene per ricordare il suo lato oscuro. Mi sembra sufficiente dire che una volta chiesero a Pelè chi fosse il migliore giocatore del mondo e “O Rey” rispose: «George Best». A proposito, nel nostro orticello Cassano non è nulla rispetto a gente come Bronèe («Io gioco dove c’è l’ombra»), e Zigoni (a Verona fu capace di presentarsi in panchina indossando la pelliccia). Se poi volete un allenatore per questi 10 folli (in porta mettiamo Renè Higuita inventore della “mossa dello Scorpione”, che consisteva nel parare facendo una capriola in avanti per respingere il tiro…) suggerisco Manlio Scopigno. Una volta a Vicenza, al suo posto, pretese di far sedere un pallone.