IL ROMANISTA (V.META) - Avere diciottanni è bello. Ma lo è ancora di più se si ha la fortuna di essere un giocatore della Roma. Il nostro viaggio alla scoperta dei ragazzi della Primavera giallorossa continua. Dopo avervi raccontato i romani, non potevamo non farvi conoscere le storie degli altri ragazzi che compongono lintelaiatura della squadra di Alberto De Rossi. Dai primi calci alla loro vita nella Capitale, chi sono, dove vivono e cosa sognano i giovani del vivaio made in Trigoria. Dopo De Prosperis, ecco Mladen. La nostra galleria di ritratti proseguirà poi con Montini, Pena, Sciarra, Stoian, Viviani e Zamblera.
Questa è la storia che tutti i ragazzi che crescono con il poster del loro calciatore preferito in cameretta vorrebbero trovarsi a vivere. Il protagonista è Sebastian Mladen, oggi difensore della Primavera giallorossa, ma prima ancora grande tifoso di Cristian Chivu. È anche la storia di un viaggio fatto per lanciarsi alla rincorsa di un sogno, che per orientarsi e mantenere la rotta utilizza litinerario seguito da un altro viaggiatore, appena qualche anno fa. Daltra parte, che Chivu in Romania fosse molto vicino allessere una sorta di eroe nazionale lo si sapeva da tempo. Che però ci fosse anche qualcuno che sta cercando di ricalcarne pazientemente le orme, questa forse è una storia un po meno nota. Alla nascita di Cristian Chivu, nel 1980, in Romania vige il regime di Ceausescu, che proprio nel corso degli anni Ottanta accentua i suoi tratti totalitari. Le prime proteste e manifestazioni hanno luogo nel dicembre 1989, proprio a Timisoara, la città di Cristian. Sebastian invece nasce un paio di settimane prima del Natale 1991, a Craiova, nella zona sud-occidentale della Romania. Allalba degli anni Novanta, la situazione del Paese riflette quella di un po tutti gli Stati appartenenti allex blocco sovietico. Il muro di Berlino è caduto da poco e dopo cinquantanni di dittatura il Paese è comprensibilmente frastornato. Molte fabbriche chiudono e la gente comincia a emigrare.
Non così la famiglia Mladen, che resta a lavorare a Craiova. Sin da bambino, Sebastian sviluppa una grande passione per il calcio e a sei anni comincia a giocare nella scuola della Dinamo Bucharest. La sua squadra del cuore, però, è lUniversitatea Craiova, che per molti anni è stata un mito per tutti i romeni e negli anni Ottanta ha conquistato due semifinali di Coppa Uefa. Nella stagione 1998/99, nelle file bianco- blu gioca anche Chivu. Fra i ragazzini che si innamorano del calcio grazie allUniversitatea cè Seba, che qualche anno più tardi lascia la Dinamo per trasferirsi nella scuola calcio di Gica Popescu, ex libero della Nazionale romena con una carriera fra Psv Eindhoven, Barcellona e Galatasaray. Popescu, che era il giocatore preferito del piccolo Mladen, adesso diventa il suo allenatore. Un sogno. Nella sua scuola, Sebastian percorre tutta la trafila delle formazioni giovanili, con le quali conquista un titolo nazionale Allievi battendo rivali del calibro di Steaua e Dinamo Bucarest. Con il passare del tempo, si mette in luce come uno dei difensori più talentuosi. Oltre a un buon bagaglio tecnico di base, a colpire è la sua versatilità tattica, che gli consente di ricoprire tutti i ruoli della difesa. Un po come Chivu, che nel frattempo ha lasciato la Romania per lOlanda e sta diventando uno dei cardini dellAjax. Sebastian lo segue con ammirazione anche quando, nellestate 2003, Cristian approda alla corte di Fabio Capello. Lo aspettano quattro anni importanti, quelli della definitiva consacrazione, che lo porteranno fino alla fascia di capitano della sua Nazionale. Quando infine decide di andare via nellestate 2007, non immagina che di lì a sei mesi un altro ragazzo arriverà per cercare di seguirne il percorso in giallorosso. Succede infatti che a gennaio 2008 a Trigoria faccia la sua comparsa un Sebastian Mladen appena sedicenne, che insieme allamico e connazionale Alex Pena viene inizialmente aggregato al gruppo degli Allievi Nazionali.
La decisione di lasciare la Romania non è facile. Per Seba è la prima volta che si allontana così tanto da casa e la nostalgia, specie nei confronti dei genitori, si fa sentire. Come tutti i giovani giallorossi fuori sede, si stabilisce nel pensionato di Trigoria, che ben presto diventa per lui una seconda casa. Il felice inserimento nel club serve a ripagarlo almeno in parte dei sacrifici che ha dovuto fare per inseguire il suo sogno. Peccato solo che in prima squadra non ci sia più Cristian Chivu. Poche settimane dopo il suo arrivo, Sebastian comincia ad allenarsi con la Primavera di Alberto De Rossi, nonostante i compagni siano di almeno un anno più grandi di lui. Qualche volta si unisce addirittura agli allenamenti della Roma di Luciano Spalletti. Con linizio della stagione 2008/09 diventa lui il titolare della fascia destra nella Primavera. Insieme a Malomo, Brosco e Crescenzi forma un formidabile pacchetto difensivo e arriva a un passo dallimpresa nella finale di Coppa Italia contro il Genoa, lo scorso 7 maggio. Due settimane prima, Spalletti lo aveva inserito nella lista dei convocati per la sfida con il Lecce. Ragazzo educato e taciturno, ma dotato di un sottile senso dellumorismo, Sebastian riesce a conquistarsi in breve tempo laffetto di tutti a Trigoria.
Le sue giornate, daltronde, si dipanano per lo più allinterno delle mura del Bernardini, dal momento che gli orari imposti dal pensionato sono piuttosto rigidi. Quando non si allena, gli piace sfidare i compagni in lunghe partite alla playstation, ma non di rado è possibile sorprenderlo con un libro in mano. Qualche volta, però, riesce a ritagliarsi il tempo per una passeggiata in centro, magari per andare a dare unocchiata allamato Colosseo. Nel frattempo, in campo prosegue loperazione di avvicinamento al suo punto di riferimento. Alberto De Rossi, infatti, vara un esperimento che lo vede impiegato nel ruolo di mediano davanti alla difesa, in modo non molto diverso da quello ricoperto da Chivu nella Nazionale romena. I risultati sono positivi, anche se il passaggio al 4- 3-3 lo riporta presto in difesa. Nella stagione in corso, è fra i protagonisti del primato italiano per il minor numero di reti subite, appena 7 in 25 partite. Seba si contraddistingue per la continuità di rendimento, nonostante sia vittima di diversi infortuni, il più serio al Viareggio. La sua apparizione più recente risale al derby di ritorno, quando avvia lazione per l1-0 di Sciarra, prima che un contrasto durissimo lo costringa ad alzare bandiera bianca. Una capacità di tornare alla grande dopo gli infortuni identica a quella di Chivu. Chissà che presto nella cameretta di qualche ragazzino limmagine sul poster non sia proprio di Sebastian.