La Roma reagisce

27/04/2010 alle 11:13.

IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Monta la rabbia della Roma. Dopo lo choc di domenica scorsa, la società giallorossa si interroga su quanto emerso nell’ultimo weekend, a San Siro e all’Olimpico, al trattamento diverso riservato alle due squadre impegnate nella volata scudetto. Ma al tempo stesso guarda subito avanti. Alle ultime tre gare di campionato e alla finale di Coppa Italia.

Che, come due anni fa, può essere decisiva per l’assegnazione del titolo. Rosella Sensi non si ferma all’etichetta destinata al signor Damato di Barletta, ritenuto dalla presidentessa «inadeguato» per partite di un certo livello. Amareggiata per la sconfitta contro la Sampdoria e infuriata per la performance dell’arbitro, va oltre le dichiarazioni di domenica sera, per spiegare la posizione del club. Seguendo la linea di Ranieri, vuole conoscere dal designatore Collina, visto che gli episodi sono sotto gli occhi di tutti e in particolare i due falli di mano di Zauri (primo tempo) e Gastaldello (secondo), come devono essere giudicati interventi del genere in area di rigore.

Con due riferimenti, proprio in questo 2010, relativi a due decisioni già contestate da tecnico e giocatori a , arbitro Rizzoli e rigore per una palla che sbatte prima sul corpo e a seguire sul braccio di Mexes, e a Livorno, arbitro e rigore per un tocco di mano di Juan vicinissimo all’avversario. Sono quattro punti persi: oggi incidono, e tanto, sulla classifica. Nella riunione di ieri mattina in via Aurelia, due ore con i suoi collaboratori Montali, Pradè, Conti, Mazzoleni e Bendoni e alla presenza del marito Marco Staffoli, la Sensi ha deciso soprattutto la strategia di comunicazione da qui alla fine della stagione.

Come dicevamo, distinguendo tra i doveri della squadra che non può arrendersi in anticipo e gli interventi della dirigenza che sarà bene attenta a quanto accadrà in queste settimane. La proprietà sta riflettendo se fare passi ufficiali: una lettera di chiarimenti, ad esempio, a Beretta, presidente della Lega. Nel primo pomeriggio, con un’intervista a Sky sport 24, la Roma sceglie di affidare pensieri e parole a Giampaolo Montali. Dalla Casina Valadier al Pincio, il affronta i temi caldi della sfida infinita con l’Inter. Ripartendo dall’intervento della Sensi a fine gara:

«C’è grande rammarico per il risultato, ma quest’anno, mai abbiamo cercato di fare vittimismo, caratteristica che aveva accompagnato in passato la squadra. Non ci siamo mai lamentati su eventuali torti subiti, tutti poi da dimostrare. Abbiamo sempre avuto un comportamento molto particolare, anche i nostri giocatori. Mai una volta abbiamo protestato sui giornali né quantomeno nelle sedi opportune.

Ci siamo sempre comportati in modo molto rispettoso di quelle che sono le istituzioni e soprattutto la classe arbitrale. Quello che ha detto il presidente viene da un’analisi oggettiva, fatta a caldo ma soprattutto a freddo. Reale di quello che è successo in campo. L’unica cosa che non riusciamo a capire è il metro di valutazione. Abbiamo subito due situazioni uguali a quella di domenica sera nelle quali a Livorno e in cui per due falli di mano ci sono stati fischiati due rigori. Invece ieri non ci è stato assegnato a nostro favore.

Quello che ci chiediamo è se c’è un metro di valutazione uguale per tutti gli arbitri perché questa è una cosa che potrebbe averci penalizzato».

Su Damato tifoso interista va cauto: «Questa cosa ci coglie un po’ di sorpresa, ma pensiamo che sia solo una questione di metro di valutazione e di situazioni di gioco». Montali si rivolge anche a Ranieri e ai giocatori: «Bisogna recuperare energie e idee per continuare a sognare che è una cosa molto importante. Spetterà all’allenatore, artefice di questa splendida stagione, far ritrovare in fretta alla squadra le motivazioni. Quindi dobbiamo affrontare le prossime tre gare con la consapevolezza che tutto può ancora succedere. Anche perché abbiamo molta fiducia nella professionalità delle altre squadre». E qui si sposta su Lazio-Inter di domenica sera: «Non penso mai che un giocatore vada in campo senza giocare per vincere.

È vero che verso la fine del campionato le motivazioni possono essere un po’ meno, ma mi meraviglierei molto se una squadra come la Lazio, per fare un dispetto alla Roma, andasse in campo e non giocasse al meglio delle sue possibilità. Non ci credo e non ci voglio credere. Anche se il mondo del calcio dice che queste cose qui succedono spesso. Io credo molto nella professionalità dei giocatori, la Lazio è ancora in gara per salvarsi, la salvezza sicura non ce l’ha, mi aspetto che le partite vengano giocate secondo i valori dell’etica sportiva.

Molto, però, dipenderà da noi, da come andremo a Parma. Io sono parmigiano, so che ci sarà da combattere, ma per noi sarà importante tornare davanti all’Inter e domenica sera saremo tutti davanti alla tv. Poi penseremo alla finale di coppa». Intanto multa in arrivo per Vucinic e Perrotta (più pesante per l’attaccante), dopo la lite nel finale del primo tempo: «Non ci ha fatto piacere, perché fatta in campo davanti ai tifosi e alla televisione. Non è da Roma. Prenderemo i nostri provvedimenti interni».