Vucinic:´Sono il più felice del mondo´

21/03/2010 alle 09:33.

IL ROMANISTA - Ha danzato sull’Udinese con scarpini viola shocking,ha coccolato la Roma e poi il pancione della sua Stefania, ha disegnato la perfezione, si è preso la responsabilità di battere il rigore più pesante, ci ha liberato dal male con il terzo sigillo. Se siamo tornati a casa con le coronarie ormai andate ma almeno con un sogno ancora intatto, è perché lui

Il Genio vero del Montenegro (Savicevic chi?) lo sussurra appena. Manca mezza Roma, la difesa arranca, ma Mirko Vucinic è la punta di diamante di un attacco stellare. Assieme a Toni e Menez, porta la Roma a meno quattro dall’Inter. Lo scudetto passa per l’artista di Nikšic. Nove gol in campionato, quattordici stagionali, prima tripletta con questi colori. Il primo è un’overdose di tecnica. È il 23’ del primo tempo, la Roma è avanti con un gol che Toni un giorno racconterà ai nipotini. Vucinic prende palla, è defilato, davanti sventolano le maglie giallonere che commettono l’errore di affrontarlo nell’uno contro uno. Mirko ringrazia, salta un birillo e dal limite dell’area aggiusta la traiettoria con un strano, metà pugno, metà carezza. È gooooool. Mirko mima la pancia incinta della fidanzata. Handanovic ammira, lo stadio non sarà pieno ma gode come un riccio e Mirko s’esalta ancora di più. Con Toni mica c’è solo un’intesa. C’è un idillio.

Pensate a quello che accade qualche minuto prima del 2-0: punizione in attacco per la Roma, Luca e Mirko concordano lo schema e Vucinic manda la palla a morire proprio sui piedi di Toni. Che poi svirgola, ma è un particolare. L’amore conta, e qui il matrimonio è riuscitissimo (Roma- insegna). Vucinic non svanisce nemmeno quando la Roma viene rimontata. Al momento di calciare dagli undici metri, quando c’è da tirare fuori la squadra da guai in cui s’è infilata, i romanisti si domandano: e mo’? E mo’chi lo tira? Senza i primi tre rigoristi , e Pizarro, dal dischetto ci va il Genio. E non sbaglia. La terza rete è un che spiazza Handanovic ed è pure un sospiro di sollievo. «La Roma piace sempre - dice a Sky - soprattutto quando vince. Ci siamo sacrificati tutti quanti perché mancavano giocatori importanti per la squadra, e nonostante tutto i ragazzi che sono scesi in campo al posto loro hanno contribuito ad ottenere questo risultato. La mia evoluzione c’è stata in quanto sono riuscito ad allenarmi con continuità. Il mio problema c’è stato quando, dopo aver fatto tutta la preparazione, alla prima di campionato ho avuto un problema al ginocchio e mi sono dovuuto operare e sono stato fermo un mese. La cosa più importante, ora, è andare a e cercare di vincere ». Poi la conferma: «Sì, la dedica era per la mia compagna che è incinta. E io sono il ragazzo più felice del mondo». Pure noi, Genio.