
IL ROMANISTA (D. GALLI) - Dio benedica lEmilia. E già che cè, pure la Romagna. Lamore non traccia una linea retta quando viaggia da Testaccio a New York, dallOlimpico allAmerica, dalla Roma alla Roma. No. Lamore curva (Sud) e bacia prima Pavullo nel Frignano. Dove Luca Toni è nato. E già che cè, pure Serramazzoni. Dove Luca Toni è cresciuto. «Era importante vincere dopo averli inseguiti per un po. Per raggiungere un sogno». Facce vede lorecchio, Luca. E poi facci cantare ancora. Facci cantare come ieri sera sotto la Sud. Otto presenze - perché la nona con la Juve a Torino è durata cinque minuti, e mica vale - cinque gol. Se Lippi non se lo porta ai Mondiali, nulla ha più senso in questo mondo di ladri (vedi sul dizionario alla voce Inter).
Luca è stremato. Ha dimostrato per lennesima volta di sapere cosa significa questa maglia. De Rossi glielo aveva anticipato appena arrivato: «Guarda, questo è il Circo Massimo. Se vinciamo qualcosa, vedrai che succede. Arriverà più gente che dopo il Mondiale». Toni ha capito al volo. Ha lottato dal primo allultimo minuto, ha calamitato palloni, ha usato tutto quello che aveva per «raggiungere un sogno». Braccia, testa, piedi. E poi è gol per forza, no? Taddei finge di svirgolare, perché ci piace pensare che labbia fatto apposta, la palla sorprende la difesa dellInter, Toni le chiede di fermarsi e la spedisce di destro sotto la Sud. In fondo alla rete. Quando lo intervista Sky, Luca ha un sorriso grande così: «È proprio una gran bella serata. Abbiamo fatto tre punti importantissimi e una grande prestazione. Adesso siamo a un punto e cercheremo di fare il possibile. Il Mondiale? Mi godo questo momento e questa serata stupenda». A Roma Channel, Toni dà vita a un fantastico siparietto con Daniele Pradè. «Ogni gol che segna - dice il nostro diesse - è un pugno allo stomaco, visto che a fine anno dovrò andare a parlare col Bayern e ogni gol che segna il prezzo si alza. Ma guardatelo: è sorridente, è bello. È il giocatore che dovevamo prendere». Luca sta allo scherzo: «Andate a prendermi adesso, altrimenti divento più caro. Ho sensazioni stupende, volevamo i tre punti. Di fronte avevamo una squadra forte, ma abbiamo dato il 110%. Abbiamo riaperto il campionato. Ora cerchiamo di vincerle tutte e poi vediamo. Sono venuto qua per cercare di aiutare i compagni. Siamo lì e dobbiamo fare di più perché non abbiamo ancora fatto nulla. Godiamoci questa serata, ma da lunedì (domani, ndr) cominciamo a pensare al Bari».
Mentre Brighi si limita a dire che «il rigore cera, Julio Cesar mi ha toccato», Mexes che «è una vittoria importante, perché ci permette di continuare a sognare» e Cassetti che «è stata una grande emozione, abbiamo meritato di vincere», Vucinic predica calma: «È sempre in testa lInter. Dobbiamo aspettare un loro passo falso e poi essere bravi a stare lì per scavalcarli. La squadra è maturata, sappiamo soffrire come
le grandi squadre». Sembra maturato anche Houdini Menez: «Sono arrivato in Italia giovane e inesperto, ora sto bene e sono contento di far parte della Roma. Dobbiamo credere nello scudetto». Julio Sergio gongola: «Abbiamo giocato meglio e alla fine siamo riusciti a strappare una vittoria importante. Ma non cambia niente, dobbiamo continuare a vincere. E nelle ultime tre partite vedremo dove saremo». Taddei è luomo venuto dalla panchina per farci godere. «La squadra attraversa un momento speciale. Ma dobbiamo lasciare la festa ai tifosi che ci seguono ovunque e sempre. Dobbiamo lasciare leuforia a loro e concentrarci sulla prossima partita». Per Burdisso è un successo speciale: «Abbiamo battuto una squadra fortissima come lInter. Ora siamo a un punto. Crediamoci di più». Dio benedica la Roma.