Sogno quei 4 insieme là davanti

22/03/2010 alle 09:36.

IL ROMANISTA (M. GIAMMARIOLI) - Partiamo dalla considerazione che definirei minimalista, cioè quella che guarda alle nostre spalle più che davanti a noi. Ebbene, il vantaggio sul Palermo,che insisto a considerare la teorica avversaria dalla quale guardarsi le spalle, è stato incrementato portandolo a ben nove punti dopo la nostra vittoria sull’Udinese di sabato sera. Ma come - potrebbe obiettare qualcuno - siamo a soli quattro punti dall’Inter e a tre dal Milan bloccato a S.Siro dal Napoli (modestamente lo avevo previsto) e ci vieni a parlare del Palermo? Calma ragazzi, capisco di essere leggermente inopportuno, ma ho voluto ricordare il consolidamento del terzo posto per significare che da ora in poi possiamo concentrarci esclusivamente su chi ci sta davanti.

dall’Inter e a tre dal Milan bloccato a S.Siro dal (modestamente lo avevo previsto) e ci vieni a parlare del

Palermo? Calma ragazzi, capisco di essere leggermente inopportuno, ma ho voluto ricordare il consolidamento

del terzo posto per significare che da ora in poi possiamo concentrarci esclusivamente su chi ci sta davanti.

 

La prima riflessione d’obbligo da fare è che mentre l’Inter continua a non vincere pensando sempre più alla

, il Milan, senza Nesta e senza il rientrante Pato, ha dimostrato che quel secondo posto non è frutto di un gioco convincente ma di una serie di circostanze che preferisco definire "fortunate" per non fare il "piagnone" ricordando i favori arbitrali di cui ha usufruito fin qui la squadra di Galliani . Di contro c’è una Roma in salute e in crescita atletica che ha ritrovato il suo, a lungo atteso centravanti, Luca Toni e Mirko Vucinic di cui da tempo si parlava bene pur evidenziandone la scarsa prolificità sotto rete. Il montenegrino ha siglato la prima tripletta in maglia giallorossa andandosi a collocare sempre più velocemente fra i bombers più completi a livello continentale.

 

Ma la vera grande sorpresa di sabato è costituita dalla strepitosa prova di Jeremy Menez. Consentitemi una breve parentesi sul francesino. Chi mi segue da tempo non può non darmi atto di aver sempre creduto in questo ragazzo triste dall’aspetto spesso svogliato e di averlo sempre difeso anche contro l’evidenza delle sue prestazioni il più delle volte abuliche e inconsistenti. Evidentemente e fortunatamente anche Ranieri deve aver avuto la mia stessa sensazione alternando con il giovanotto il bastone e la carota al punto di affermare, proprio nella conferenza stampa di venerdì scorso, che se non fosse riuscito a far brillare la sua luce l’avrebbe considerata una sua sonora sconfitta. Menez ha risposto sul campo e lo ha fatto in maniera sontuosa. Finalmente schierato nel ruolo che fu di giovane ha messo in mostra, e quasi senza pause, tutti i numeri del suo repertorio straordinario fornendo tre assist (anche il rigore è stato procurato da lui) del bottino giallorosso e sfiorando una marcatura personale che se si fosse concretizzata sarebbe finito dritto dritto nella formazione titolare di quel simpaticone di Domenech in Sudafrica.

 

Ricordate il mio sogno di vedere -Toni e Vucinic insieme? Ebbene, ai magnifici tre adesso il mio sogno è di vedere aggiunto il francesino che, se si confermerà a , creerà un bel problema di formazione a Ranieri.

Un’ultima breve considerazione su Rosella Sensi. La Presidente al momento del rigore di Vucinic (eravamo

sul 2-2) si è coperta gli occhi proprio come spesso fanno molti di noi soprattutto quando, come sabato, si trattava

di un penalty decisivo. La sua esplosione di gioia al gol con i pugni chiusi in avanti ce l’ha fatta sentire più vicina del solito.