Roma in agguato

24/03/2010 alle 08:54.

IL MESSAGGERO - Centoquarantaquattro giorni fa, la partenza della Grande Rimonta, tracciata con 19 risultati utili di fila, 13 vittorie e 6 pareggi, con un rendimento che attualmente nei rispettivi tornei nemmeno le big d’Europa, il Manchester United e il Barcellona, il Bayern Monaco e l’Arsenal riescono ad avere. Nemmeno l’Inter capolista, cosa che più interessa alla Roma, capace da quel pomeriggio autunnale all’Olimpico di recuperare 10 dei 14 punti di vantaggio ai campioni d’Italia.

Per se stessa e per Claudio Ranieri, scartato dalla oggi in crisi e chiamato ad inizio settembre a Trigoria per ricostruire questa squadra, all’epoca ultima in classifica con 0 punti, spaventata e demolita sia nei singoli che come gruppo. «Venivamo da tre sconfitte di fila e vincendo contro il ci siamo come sciolti. Abbiamo acquistato consapevolezza nei nostri mezzi, grande sicurezza al momento di sfruttare le occasioni da rete che ci capitavano davanti. Così non abbiamo più perso in questo torneo. Vogliamo continuare. Non temiamo la pressione: se mancasse, vuol dire che abbiamo perso e addio sogni. Nè ci dà fastidio l’entusiasmo della nostra gente chelo trasmetteanche ai giocatori. Ma noi dobbiamo restare con i piedi per terra senza prenderci in giro, avere il giusto equilibrio, senza esaltarci o deprimerci. Le tabelle scudetto le lasciamo fare agli altri», avverte il tecnico giallorosso.

Vola la Roma dei 45 punti consecutivi, non Ranieri che, a differenza della precedente e sciagurata trasferta di Livorno, prima della quale aveva svelato le ambizioni di gloria della sua squadra, adesso si acquatta dietro le milanesi. E’ chiaro che resta in agguato, a 9 turni dalla fine, ma lascia la vetrina scudetto alle due rivali che sono davanti in classifica. «L’Inter è la favorita, essendo prima. E va alla grande, non è vero che sta in flessione. Perché un gruppo in crisi non avrebbe mai vinto a Londra contro il Chelsea. E a sfidare i nerazzurri c’è il Milan che li insegue a un punto.E’una corsa tra loro. Stanno bene entrambe, meglio di noi, perché hanno più punti».

Ranieri ha fretta in conferenza stampa. Non c’è da chiacchierare troppo sul momento decisivo della stagione. «E non mi interessa se per la prima volta, nel campionato italiano, mi trovo in lotta per il titolo. Io penso solo a vincere tutte le partite, cominciando da questa di . Non guardo oltre, all’Inter che sabato viene all’Olimpico: se ci pensiamo, rischiamo qui». Si copre solo con le parole. Perché la Roma che metterà in campo stasera andrà all’attacco con il trio di sabato scorso, Menez trequartista dietro ai due centravanti Toni e Vucinic, reparto sorretto dai rientranti Pizarro e . «Certo che si può giocare così anche in trasferta. La qualità di certi giocatori, come la voglia di Toni e quella di , può solo migliorare la Roma. Basta che però ci sia un lavoro di squadra, che tutti si mettano a correre come l’altra sera». Carica proprio il genietto francese, decisivo contro l’Udinese. «Spero che gli applausi dell’Olimpico gli siano utili a capire quanto noi contiamo sul suo contributo e quanto gli vogliamo bene. Quello il suo ruolo, dietro le punte. Ma in certe partite mi può anche servire sui lati».

Frena su . «Ancora non so quanto tornerà, per ora con noi ha fatto solo un lavoro blando».Il capitano spera di essere in panchina con l’Inter. Contro il , in attesa di , si affida alla Roma migliore. Anche perché la squadra di Colomba, nel girone di ritorno, sta viaggiando al massimo: solo i giallorossi, il Milan e la Samp hanno fatto più punti nelle ultime 10 gare. «Loro sono compatti. Aspettano che li attacchi per far scattare la trappola e ripartire. E hanno buoni giocatori, qualcuno in gran forma. Dobbiamo stare attentissimi». Solo il . E ancora nessun riferimento allo scontro diretto di sabato pomeriggio. Perché, per puntare allo scudetto, bisogna vincere qui, dove la Roma non passa da 7 anni. Anche se poi Ranieri ci tiene a ricordare che «non ci siamo mai guardati dietro. Lo facevamo solo quando sono arrivato: eravamo a pochi punti dalla zona retrocessione e dalla ». Adesso è a pochi punti dalla vetta.