CORSPORT (P.TORRI) - Nessuno si azzardi a puntare il dito verso David Pizarro. I rigori li hanno sbagliati tutti, da Maradona in giù. E vero, quel ri gore, se trasformato, avrebbe volu to dire, molto probabilmen te, tre punti in tasca, si sareb be andati sul quattro a due, difficile immaginare un re cupero del Li vorno, anche se con la Roma non si può mai sta re tranquilli, neppure quando hai due gol di vantaggio ( Napoli) e neppure se le due reti arrivano in denni al novantesimo (Cagliari).
Il cileno lo ha tirato preciso al punto di andare a incocciare il palo alla sinistra di Rubinho che aveva pure indovinato langolo, un errore che, a fine partita, con il Livorno capace di pareggiare, lascia ancora di più lamaro in bocca.
Il cileno, peraltro, era stato lautore del terzo gol giallorosso, un piattone destro dautore dopo splendido e cercato assist di Perrotta, un gol che aveva riportato i giallorossi in vantaggio e che sembrava aver davvero chiuso gioco, partita e incontro. Invece: « Sono molto dispiaciuto di non essere riuscito a trasformare quel calcio di rigore, avrebbe chiuso la partita e ora staremmo a commentare un altro risultato. Mi prendo le mie responsabilità come ho sempre fatto nella mia carriera, tra laltro credo di non averlo neppure calciato male quel rigore. Purtroppo qui a Livorno ci capita sempre qualche cosa, è un campo stregato per noi. Anche stavolta cè tanto rammarico per una vittoria che abbiamo cercato sino allultimo secondo di gioco, la partita labbiamo condotta sempre noi, anche dopo il rigore di Lucarelli, abbiamo continuato a creare, ma qui sembra proprio che a noi non riesca di tornare a casa con i tre punti. Che, stavolta, avrebbero potuto pure dire arrivare a sole quattro lunghezze di distanza dallInter, una situazione che ci avrebbe aperto altre prospettive per questo finale di campionato» .
Le ultime parole sembrano quasi un addio ai sogni di gloria. In realtà non è così. Pizarro (che è stato molto felice di vedere in tribuna uno striscione di tifosi locali di solidarietà nei confronti del suo Cile sconvolto da un grave terremoto, così come è stato bello vedere nella curva della Roma uno striscione in ricordo di Tonino Carino e « di un calcio che non cè più » ) come peraltro tutta la Roma, tutto ha fatto nel dopopartita meno che pronosticare una Roma lontana da sogni di gloria: « Questa di Livorno rimane unoccasione persa, su questo non ci sono dubbi, ma ciò non toglie che continuiamo a crederci. Ci sono ancora dieci partite di campionato da giocare, lInter dovrà venire allOlimpico a giocare lo scontro diretto. Il vero problema, ora, è che con lUdinese io e altri miei compagni non ci saremo perché dovremo scontare un turno di squalifica. E non sarà facile battere la mia ex squadra in una partita, però, che tutti noi vogliamo vincere perché ora siamo arrivati a tre pareggi consecutivi, è ora di tornare a vincere».