"La tifoseria deve abituarsi a vincere. E domani si vince"

26/03/2010 alle 09:29.

IL ROMANISTA - La storia di Claudio Amendola lunga e piena di successi con un grande comune denominatore: la romanità. E lui non ha quasi mai voluto separare le proprie origini dal suo sentimento romanista.

Che cosa rappresenta la Roma?

«Una grande passione, comunque una grande valvola di sfogo. E’ amore, è felicità, è gioia, è dolore, è pianto. Insomma è tutto».

Come si immagina Roma-Inter?

«Sarà una partita difficile che aspettiamo da tanto tempo, che speriamo vada come tutti noi ci aspettiamo. E’ decisiva soltanto se la Roma perde. Se finisse in pareggio ci sarebbero ancora abbastanza partite per poter recuperare il distacco dall’Inter. Bisogna crederci e andare avanti per la strada che abbiamo intrapreso».

Quanto bisogna temere Mourinho?

«Mourinho non mi fa paura. Nel caso dovessi indicare qualcuno, mi può preoccupare un attaccante come Milito. E’ sbagliato fare questi ragionamenti, la Roma non deve temere niente e nessuno. Avere rispetto per i grandi giocatori che ha la formazione nerazzurra è logico, tutto il resto non conta molto e non deve esistere».

Domani si può vincere?

«Si vince. La squadra di Ranieri può battere chiunque, facendolo anche tranquillamente. Sono in un buonissimo periodo di forma e hanno la giusta maturità per arrivare fino in fondo».

Poi, se torna il capitano, tutto diventa più facile

«Non se. Torna e la Roma avrà una spinta in più. Un’arma importante e decisiva per questo sprint di fine

stagione». 

Ce la farà per lo scudetto?

«Ce la può fare . Ci deve provare fino in fondo e ci può riuscire. Dipende molto da lei, dipende tanto anche dalle altre squadre. Comunque io alla fine del campionato sarò contento per quanto fatto».

Che cosa ne pensa di chi ha criticato la gestione di Rosella Sensi?

«Ho semplicemente detto che la tifoseria è una delle componenti più importanti di questa squadra e credo che ora si debba abituare ad essere una tifoseria diversa e quindi abituata a vincere».