IL ROMANISTA - "La differenza lhanno fatta un paio di mesi nei quali lInter su dieci partite ne ha vinte nove e tutti quanti sapete perché. Possiamo fare tutti i buonismi del mondo, tanto tra qualche anno nessuno se lo ricorderà". Diciotto maggio 2008, Daniele De Rossi tuona così negli spogliatoi di Catania urlando a tutta Italia attraverso le telecamere di Sky i motivi per cui la Roma non ha vinto uno scudetto che avrebbe strameritato. Aveva ragione al 100 % Daniele, o meglio al 99, perché in realtà tutti si ricordano cosa è successo in quella stagione. I romanisti sicuramente.
Il 27 febbraio è il giorno dello scontro diretto, quello in cui Rosetti grazia Burdisso (allora ancora in nerazzurro) e si inventa lespulsione di Mexes. Qualche spintarella arriva pure contro Reggina, Atalanta e perfino allultima giornata a Parma con Vieira graziato per una gomitata a Couto. Alla fine si conteranno 18 partite con episodi contestati, praticamente mezzo campionato. Ecco perché allora fu più che giustificato De Rossi quando si sfogò in quel modo dopo quel pareggio pieno di intimidazioni a Catania. Aveva ragione su tutto tranne che su una cosa: nessuno ha dimenticato.