IL ROMANISTA (D. GIANNINI) - "Il cuore dei tifosi lo sentiamo pulsare insieme a noi". È da brividi la chiusura dellintervista di Claudio Ranieri nel dopopartita di Bologna-Roma. Una chiusura ad effetto, come quella della conferenza stampa di martedì quando, rivolgendosi ai giornalisti, aveva detto: «A ognuno il suo». E il suo, il tecnico giallorosso, lo ha fatto. E anche qualcosa in più. Ha messo in campo la squadra che voleva la gente, con lo spirito che voleva lui. Tre punte, quelle che avevano fatto impazzire lUdinese, e undici giocatori uniti da un grande sogno. Del quale però non vuole ancora parlare.
A Fabio Caressa, che dallo studio di Sky quella parola la pronuncia, ha risposto scherzando: «Non sento. Pronto?». Cerca di frenare lentusiasmo Ranieri, così come aveva respinto le critiche, come quelle dopo Livorno: «Devo tenere la squadra fuori da tutto - ha ribadito ieri sera -. Dobbiamo essere equilibrati. Non dobbiamo mai deprimerci e neanche esaltarci, perché tra due giorni ci sarà unaltra partita, forse la più bella di tutte». Già, lInter e una sfida in cui ci si gioca tutto. Grazie alla vittoria di Bologna, arrivata anche grazie a due cambi azzeccati. Quando si cominciava a soffrire un po troppo, Ranieri non ci ha pensato su due volte e ha tolto gli artisti per mettere dentro Baptista e Cerci.
E proprio loro due si sono inventati il gol della sicurezza con una giocata copiata a Menez e Vucinic. Piedi
vellutati e testa alta. Bravo Ranieri e anche fortunato. Che non guasta, perché per arrivare lassù ci vuole anche un po di buona sorte. Un pizzico. Ma tutto il resto, la bravura, lattenzione, la cattiveria, quelle le ha trasmesse il sor Claudio ai suoi ragazzi. «Erano tutti molto concentrati - ha spiegato -, lho visto già dal riscaldamento, da come si parlavano, da come toccavano la palla. Quando sono rientrati nello spogliatoio prima del fischio dinizio non ho detto più nulla perché erano già carichi al punto giusto. A fine primo tempo ho cercato di tranquillizzarli».
Laveva promesso alla vigilia che non si sarebbe fatto distrarre dal pensiero dellInter, e così è stato. Con lunica eccezione, magari, del diffidato Perrotta, risparmiato per poter essere regolarmente in campo sabato. Le altre cartucce a disposizione la Roma le ha giocate tutte. Perché era il momento di farlo. E adesso lInter: «Giochiamocela - ha detto con una certa soddisfazione negli occhi Ranieri -. E finito il curvone di cui avevo parlato due mesi e mezzo fa. Abbiamo rallentato quando dovevamo rallentare. Sabato sera dobbiamo fare una super partita contro una Inter stellare. E bello che la Roma, visto come era partita, a nove partite dalla fine si giochi il match dellanno. Significa che i ragazzi hanno lavorato bene. Siamo in salute. Il modulo? Io guardo partita dopo partita. Ogni volta metto in campo la squadra per creare problemi agli avversri e per vincere. Noi non molliamo nulla».
Anche perché sta per tornare Totti. «Questa settimana ha lavorato un po con noi e un po in disparte. Valuteremo... Lui è sempre pronto, se gli dicevo "vai a giocare", lui lo faceva anche 10 giorni fa». E il Milan che ieri ha perso a Parma? «Non so se la loro sconfitta ci libera da un avversario... siamo a pari punti... Noi giochiamo per noi, non giochiamo per nessun altro». No, la Roma gioca per se stessa e per i suoi tifosi. Che poi sono la stessa cosa. Perché «il loro cuore lo sentiamo pulsare insieme a noi».