GASPORT - «Basta lo dico io». Matteo Ferrari, difensore centrale, ex Inter, Roma e Genoa, emigrato a Istanbul nellestate scorsa, punto di forza del Besiktas in lotta per lo scudetto. «Siamo terzi in classifica, dietro Bursaspor e Galatasaray, abbiamo la difesa meno battuta del torneo, io sono considerato lo straniero migliore del campionato e mi sto riprendendo da un intervento allocchio. Eppure, di me si dice solo che faccio collezione di modelle e uscite notturne. E che lallenatore non ne può più di me e la società vuole multarmi. È falso».
Ferrari, qual è la sua verità?
«Sono un professionista, faccio vita da atleta. Il mio rendimento lo dimostra e pure la considerazione che lambiente ha di me. Perfino i tifosi del Fenerbahce mi gridano: "I love you"».
Falso che labbiano beccata in giro la notte?
«Falso che sia successo allinsaputa della società. Vado a cena in ristoranti alla moda, dove incontro modelle. Non faccio nulla di grave».
Come procede la sua avventura a Istanbul?
«Bene, ho trovato un ambiente spettacolare, la città è meravigliosa. Il livello del campionato è in crescita: simile alla Premier, ma meno tecnico. Gli stadi sono sempre pieni, la passione a volte sfocia in violenza, ma mai in razzismo».
Il suo bilancio fin qui?
«Ottimo: il Besiktas è in lotta per lo scudetto e in Champions, nonostante leliminazione ai gironi, ci siamo permessi di vincere allOld Trafford, ed io sono finito tre volte nella Top 11 dellUefa».
Felice di aver lasciato lItalia?
«Sì, ho fatto la scelta giusta. Dopo unottima stagione al Genoa, pensavo di poter fare un salto di qualità. Quando ho capito che non era possibile, ho accettato la proposta del Besiktas, anche per i soldi non lo nascondo».
Quale immagine del nostro Paese arriva ad Istanbul?
«Un Paese in crisi, ma con la voglia di ripartire. Il campionato è avvincente, sono contento per i miei ex compagni della Roma. Il nostro calcio però è sempre meno competitivo. Non mi manca nulla dellItalia. Solo mio figlio, ma per fortuna riesco a vederlo dieci giorni al mese».
«Sono un professionista, faccio vita da atleta. Il mio rendimento lo dimostra e pure la considerazione che lambiente ha di me. Perfino i tifosi del Fenerbahce mi gridano: "I love you"».
Falso che labbiano beccata in giro la notte?
«Falso che sia successo allinsaputa della società. Vado a cena in ristoranti alla moda, dove incontro modelle. Non faccio nulla di grave».
Come procede la sua avventura a Istanbul?
«Bene, ho trovato un ambiente spettacolare, la città è meravigliosa. Il livello del campionato è in crescita: simile alla Premier, ma meno tecnico. Gli stadi sono sempre pieni, la passione a volte sfocia in violenza, ma mai in razzismo».
Il suo bilancio fin qui?
«Ottimo: il Besiktas è in lotta per lo scudetto e in Champions, nonostante leliminazione ai gironi, ci siamo permessi di vincere allOld Trafford, ed io sono finito tre volte nella Top 11 dellUefa».
Felice di aver lasciato lItalia?
«Sì, ho fatto la scelta giusta. Dopo unottima stagione al Genoa, pensavo di poter fare un salto di qualità. Quando ho capito che non era possibile, ho accettato la proposta del Besiktas, anche per i soldi non lo nascondo».
Quale immagine del nostro Paese arriva ad Istanbul?
«Un Paese in crisi, ma con la voglia di ripartire. Il campionato è avvincente, sono contento per i miei ex compagni della Roma. Il nostro calcio però è sempre meno competitivo. Non mi manca nulla dellItalia. Solo mio figlio, ma per fortuna riesco a vederlo dieci giorni al mese».