Che profumo Bologna di sera con De Rossi

24/03/2010 alle 08:24.

IL ROMANISTA (L.PELOSI) - Che profumo Bologna di sera. Profumo di Daniele De Rossi, che torna a prendersi la Roma stasera, proprio a Bologna. Scontata la squalifica, cioè l’unico motivo che possa costringere un iron-man come lui a saltare una partita, rieccolo accanto al suo compagno di reparto ideale

Da tempo, infatti, Daniele va in campo soffrendo a causa di un versamento provocato da una serie di colpi rimediati in partita che gli causano un dolore che non può cacciar via. Niente antidolorifici, è l’ordine del medico dopo la colica renale che l’ha costretto a fermarsi in autunno. Ma lo stop forzato ha significato anche tanti colpi in meno e soprattutto il tempo di far riassorbire quasi definitivamente il versamento. E allora stasera si riparte, con un profumo di  cui non è neanche tanto abituato. Al Dall’Ara, dove peraltro la Serie A non è proprio un’abitudine ultimamente, Daniele ha giocato una volta sola, lo scorso anno, nella partita in cui Cicinho pareggiò il gol di . nel 2003-2004 fu la prima di una lunga serie di assenze dovute alla pubalgia, ma parliamo dell’epoca in cui ancora esisteva qualcosa che non fossero i cartellini in grado di fermare .

Oggi, invece, è il giorno del rientro per provare a rincorrere un qualcosa sfiorato due anni fa a Catania.
Qualcosa che non sarebbe giusto mancasse nella carriera di un giocatore del genere, che ogni estate e ogni
gennaio preferisce la Roma a qualsiasi altra cosa. Sarà capitano anche stasera, prima di restituire la
fascia a forse già da sabato. Poi tornerà Capitan Futuro, cosa che diventò per la prima volta proprio a , in quella maledetta sera di settembre 2004 in cui la Roma perse 3-1 pur stando in 11 contro 9, trovando in Voeller uno dei tanti capri espiatori di quella stagione. Aveva solo 21 anni, era solo l’inizio della
stagione, ma lui, che non aveva avuto il coraggio di confessare che il tedesco fosse il suo idolo da bambino
per non sembrare ruffiano e che vide quella partita dalla panchina, aveva già capito tutto. «Il problema
non era Voeller, ma lo spogliatoio - disse il giorno dopo - Il tedesco è l’unico senza colpe. Siamo tutti bravi
a baciare la maglia e a rispondere presente quando ci viene chiesto di scendere in campo, però bisogna
correre. Qualcuno lo fa, qualcun altro no, perché crede che basti solo la classe per fare bene». Sì, aveva solo
21 anni e già le cantava a compagni più grandi e più egoisti di lui. Sentiva puzza di bruciato in quella Roma.
Oggi invece c’è aria di scudetto. Che profumo  di sera. Profumo di .