Vucinic, solo reti di platino

09/02/2010 alle 09:47.

CORSPORT (P. TORRI) - Qualcuno lo accusa di segnare po co. Qualcun’altro di non riuscire a fare i gol facili. Altri ancora che gli manca la cattive ria agonistica per essere un campione nel senso più pieno della parola. Sarà, ma Mir ko Vucinic quando c’è da lasciare il segno, difficilmente sbaglia. E’ l’uo mo delle grandi sfide, delle partite importanti, di quelle partite in cui fare la differen za è il sogno di qualsiasi cal ciatore al mondo. Lo ha con­fermato pure a Firenze. Do ve, pure, all’inizio della ripre sa, ha fallito uno di quei gol che fanno mettere le mani ai capelli pure ai tifosi più buo ni, un pallone facile facile da mettere in porta ma colpito come se quel pallone fosse sgonfio...



Troppo facile, per uno co­me Vucinic, il giocatore che Claudio Ranieri ha individua­to come il possibile, nuovo, SuperMarco Delvecchio della Roma del ter­zo scudetto. La sua rivincita, l’ennesima, se l’è presa a una manciata di minuti dalla fine della sfida con la , stop di petto e sotto la traversa per andare a festeg­giare sotto lo spicchio giallorosso del «Fran­chi » di Firenze. Un altro gol decisivo, un’al­tra rete di quelle pesanti, quelle che preferi­sce il montenegrino. Che, ora, si sta convin­cendo di poter essere un giocatore che fa la differenza anche da esterno sinistro offensi­vo, anche se a Firenze ha segnato da centra­vanti dove Ranieri lo aveva spostato all’ini­zio della ripresa dopo aver lasciato negli spo­gliatoio inserendo Julio Bap­tista sulla fascia.



Sono ormai diventati parecchi gli indizi che inducono a pensare come Vucinic sia un giocatore decisivo nelle partite che più con­tano, quasi che le sfide più difficili esaltino le indiscutibili qualità tecniche di questo gio­catore che è sì stato pagato diciannove milio­ni di euro (ma è sempre bene ricordare che la Roma questi soldi li ha pagati e li conclu­derà di pagare nello spazio di sei anni) ma che sta sempre più avendo una dimensione da giocatore che fa la differenza (se non ba­stano i gol, andate a contare gli assists che ha dato negli ultimi mesi). E’ sempre più un uomo squadra, come ha spiegato lui stesso dopo la vittoria sulla Fioren­tina:

«Sono felice per la vitto­ria della Roma che viene pri­ma di qualsiasi mio gol» .



Gol che, come dicevamo, spesso e volentieri arrivano nelle partite importanti. E’ stato il montenegrino a se­gnare al novantesimo la rete della vittoria al Santiago Ber­nabeu contro il Real Madrid in un ottavo di finale di che ri­marrà per sempre nella me­moria della gente romanista. E’ stato lui, all’Olimpico, a se­gnare il gol dell’unica vittoria dei giallorossi sul Manchester United, un gol che sembra­va aver facilitato la qualificazione alla semi­finale. Sue pure due reti con cui nella passa­ta edizione la Roma ha battuto il Chelsea in casa, una vittoria fondamentale per la quali­ficazione agli ottavi di finale. Sua la rete di una vittoria a San Siro contro il Milan e, pu­re in un derby a pareggiare il vantaggio ini­ziale della Lazio, un derby poi concluso con una vittoria per 3-2.

Nelle partite che contano, in particolare in notturna, è difficile che il montenegrino deluda. Se poi riuscisse a convincersi di ave­re ogni volta di fronte il Real Madrid, allora per la Roma sarebbe una festa continua. Perché di attaccanti come Vucinic ce ne so­no pochi in giro per il mondo. E noi siamo pure convinti che il meglio lo debba ancora far vedere.