IL ROMANISTA (D. GALLI) - Prosegue il braccio di ferro tra Italpetroli e Unicredit. Lassemblea degli azionisti della holding, il cui 51% è dei Sensi e il restante 49% della colosso creditizio di piazza Cordusio, si è conclusa con un sostanziale e teso nulla di fatto. Lamministratore delegato del gruppo, Rosella Sensi, avrebbe rigettato tutti i rilievi mossi dalla banca sullo stato patrimoniale di Italpetroli. «Sono infondati», avrebbe detto la Sensi. Unicredit - che era presente attraverso il suo legale di fiducia, il professor Carbonetti - attende adesso sia le relazioni di sindaci e revisori contabili sia lesito dellarbitrato sullaccordo di rinegoziazione del debito, rescisso da Piazza Cordusio ma ancora in essere per Italpetroli.
Procediamo per gradi. Lassemblea era stata convocata dopo che nellultimo esercizio era stato registrato un passivo di 33 milioni di euro. Una scelta imposta dal codice civile, visto che la perdita era stata superiore a un terzo del capitale sociale (di 50 milioni). Tra i punti allordine del giorno cera dunque lo stato patrimoniale
di Italpetroli a novembre 2009. Il documento è stato approvato con voto di maggioranza, non allunanimità. Rosella Sensi avrebbe ritenuto «infondata» ogni contestazione della banca. Per far scattare la controffensiva
legale, Unicredit aspetta che sindaci e revisori contabili depositino le loro relazioni.
Unicredit e Italpetroli si ritroveranno di nuovo di fronte domani. Il Tribunale di Roma dovrà decidere sui decreti ingiuntivi emessi dalla banca verso la holding. Poi, a maggio, il possibile round finale. Un collegio arbitrale
presieduto dallex presidente della Commissione dappello federale della Figc, Cesare Ruperto e composto da due arbitri di parte, Enrico Gabrielli indicato da Unicredit e Romano Vaccarella dai Sensi, giudicherà sullaccordo sul debito. Un accordo che per Piazza Cordusio non è più valido.