Una Roma infinita «Con Ranieri sono tutti fondamentali»

16/02/2010 alle 09:25.

GASPORT - Angelo ha il suo punto di osservazione sul mondo dal gabbiotto verde all’angolo tra piazza Venezia e via del Plebiscito. Da più di trent’anni vede l’Italia che passa, i costumi che cambiano, le facce che si fanno truci o rassegnate, i sogni che svaniscono, la fine delle ideologie. Vende giornali, riviste, souvenir. La politica e il calcio sono le sue passioni, e spesso le mischia. Quando ne parla — dell’una o dell’altra, o di entrambe — si accarezza la barba bianca. «Ho passato una vita a mettere mattone su mattone— raccontava ieri —, mi sono impegnato, avevo tirato su una bella costruzione di idee, e invece un bel giorno è crollato tutto, per tanti di noi. Per fortuna ci è rimasta la Roma, quant’è bella ora, una cosa..

«Hai visto — parla senza soste — ? Io ero scettico su Ranieri e invece mi devo ricredere: non solo per la striscia positiva, ma anche per il carattere che mostra la squadra, che in fondo è il nostro, e per come ha rigenerato certi giocatori, da Perrotta a Taddei fino a Brighi. Sono diventati tutti fondamentali con Ranieri».



Psicologo Ecco. Alla base della striscia record della Roma, della scalata ai vertici della classifica, dell’emozione, dei sogni romanisti, c’è anche, anzi soprattutto, questa «capacità psicologica dell’allenatore, in grado di comprendere davvero i suoi giocatori» (copyright Montali), e, facile conseguenza, il fatto che «con Ranieri ci sentiamo tutti importanti: il gruppo non stabilisce titolari o riserve, siamo tutti uguali, non con gli stessi mezzi, ma con le stesse possibilità sì» (copyright Brighi).

Ecco perché, come ha ricordato Taddei, uno dei recuperati, «chiunque scenda in campo, anche chi solitamente gioca meno, si mette a disposizione della squadra con tutto se stesso». Mexes non si allena? Gioca Burdisso, non fa differenza. Vucinic ha la febbre? È tornato a segnare Baptista.

Yes, we can Ranieri ha reso la Roma un partito veramente democratico, dove non ci sono correnti ma un gruppo dirigente unito e proiettato nel futuro (ora si cerca la punta Pinilla del Grosseto, ndr), una squadra di funzionari scelti solo per meriti e responsabilizzati, una base di militanti nuovamente entusiasta. Ranieri concede a tutti un’occasione: 31 sono i giocatori già utilizzati quest’anno (28 in campionato), 19 quelli andati a segno (15 in A). L’Inter ha altri numeri: 25 i calciatori schierati da Mourinho, 12 imarcatori. Decisamente meno democratica. Ma ancora più forte.