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LIBERO (G. DE CHIARA) - Se anche il disturbatore delle dirette televisive, Gabriele Paolini, si getta nellacqua gelida di Fontana di Trevi spogliandosi e gridando: «Lotito vattene, forza Lazio», vuol dire che il presidente biancoceleste se la passa proprio male. Un episodio divertente che può fare luce sul momento in cui si trova ora la squadra di mister Ballardini, di fatto ormai esonerato. Dopo il ko in casa contro il Catania e il terzultimo posto in classifica (virtualmente in serie B), per i tifosi laziali la situazione è drammatica. Già oggi potrebbe arrivare, al capezzale della squadra, un nuovo allenatore: quellEdy Reja che tanto ha fatto bene a Napoli e che sta facendo ancora meglio con lHaiduk Spalato. ..
Lo stato danimo dei sostenitori laziali peggiora, ancora di più, a guardare in casa degli odiati cugini romanisti. Loro sì che sono allegri: secondo posto in solitario (il Milan deve però recuperare un partita) in campionato. Ennesima vittoria in trasferta a discapito della Fiorentina (diretta concorrente per la qualificazione in Champions league), diciannovesimo risultato utile consecutivo, raggiunto da Ranieri e dai suoi giocatori. Qualcuno, tra le radio e i blog dei tifosi in rete, incomincia anche a guardare lInter prima in classifica a otto punti. Restare con i piedi per terra nella capitale, quando si parla di calcio, è sempre molto difficile: sia quando si va a gonfie vele (come la Roma) sia che non si riesca più a vincere (come nel caso della Lazio).
Eppure a guardare indietro, allinizio della stagione calcistica 2009-2010, le previsioni e le situazioni erano totalmente diverse sia in casa giallorossa che in quella biancoceleste. Linizio del campionato della Roma non era stato certo esaltante. Tra voci di vendita della famiglia Sensi e boatos di uno spogliatoio spaccato, con De Rossi e Totti ai ferri corti con lallenatore Spalletti, sembrava che il campionato non promettesse nulla di buono. Così, alla seconda giornata dopo la sconfitta casalinga con la Juventus, le dimissioni di Spalletti confermavano la sensazione di una squadra e di una dirigenza allo sbando. La scelta di Ranieri, come suo sostituto, non era stata certo bene accolta sia dai tifosi che dagli addetti ai lavori. Licenziato dalla Juventus, liquidato come eterno perdente e considerato anche un po bollito, non convinceva nessuno. Ranieri, invece, che ha Roma nel cuore (è nato nel popolare quartiere di Testaccio) ha stupito tutti. Con gli stessi uomini a disposizione del precedente allenatore ha guidato una squadra, che sembrava avesse chiuso un ciclo e l'ha portata alle spalle dell'Inter. Senza aver avuto nessun aiuto da parte della società con pochi acquisti nel mercato di riparazione e qualche cessione, da Guberti a Okaka fino a Cicinho, che oggi tornerà in prestito al San Paolo fino al 20 agosto.
In casa Lazio, invece, si era partiti con grandi speranze. L'addio a Rossi e l'arrivo di Ballardini aveva galvanizzato l'ambiente. La vittoria in Supercoppa, ad agosto contro l'Inter, ha eccitato gli animi e fatto dimenticare che l'ostracismo nei confronti di Pandev e Ledesma (ora disponibile a trattare e rientrare nei ranghi) poteva continuare: uno sbaglio clamoroso, la squadra senza di loro e senza sostituti all'altezza si è indebolita. Le prime sconfitte, la discesa in classifica, Ballardini che agli occhi dei tifosi è diventato "il cameriere", hanno esasperato gli animi, culminati con la contestazione di domenica scorsa e con un possibile black out totale del tifo, nella prossima sfida interna contro la Fiorentina il 28 febbraio.