
IL ROMANISTA (G. DOTTO) - Aspettando largentosa stella che ci farà sceriffi e dunque epici da qui alleternità, godiamoci intanto come merita la beffa suprema del nostro bambolone Scardina, che a Viareggio fa secco Umberto Previti, portiere così così della Cisco e soprattutto figlio di Cesare, il laziale che non fa prigionieri a parte se stesso. I laziali ci spingono in Versilia e, pochi chilometri più in là, stasera, cosa ci spingerà, se non il vento delle suole di Mirko e la polvere magica in quelle di Francesco. ..
Prandelli è un allenatore molto conclamato, ma è a un passo dal mettere la firma a una stagione fallimentare. La sua Fiorentina è povera cosa, se la amputi di Frey e Gilardino. Totti e Vucinic, Juan e Mexes sanno come amputarla. Dice bene Claudio, che io vedo ormai calato, pure quando sta in panchina, dentro una tunica bianca e due sandali di cuoio taglia 42 nellatto di educare le folle adoranti : Me ne frego dei record. Fin qui il ragazzo non ha sbagliato nulla. Ma a citare la mossa che ce lo fa amare, dico senzaltro quel Daniele finalmente liberato dal ruolo di sbirro della difesa, compito lasciato allimmenso tascabile, il cileno, nato per questo, felice, come le papere al Pincio. Quando il romanista si fa onanista non è perché sale in mongolfiera e se ne va chissà dove tra seghe e stelle, ma perché sa di calcio.
Questa Roma, che la primavera ce la conservi, ha più qualità e più stabilità della stessa Inter. Ha soprattutto più fame. Parola orrenda, che solo a dirla ci fa anoressici, ma che rende il concetto. Starei per scrivere mossa geniale, quella che ha liberato Daniele, e lo scrivo, se non fosse che qualcosa mi trattiene, una remora, un fastidio. Il dettaglio che separa la grandezza dal genio. Parlo di Doni. A questo gruppo da groppo in gola manca solo lui, questo strambo, lunatico, pazzo fumettone. Su quello che sinventa giovedì sera allOlimpico prima o poi lo scrivo un saggio di 600 pagine.