IL ROMANISTA (D. GALLI) - Ha calciato. Poi ha girato le spalle a Curci per abbracciare idealmente la Sud, allargando le braccia e planando sul suo Olimpico. Il gigante buono ha visto, colpito, affondato. Tutto al volo. La palla di Perrotta è passata prima sugli scarpini di Riise e poi è sbucata alle spalle di Curci. Ce lo dicevano, quelli della Kop. Ce lo dicevano che quando il vichingo carica il sinistro, dal cielo scende un fulmine in più. Un colpo di precisione, la grazia che si accompagna alla potenza, lurlo di un Olimpico che ormai è pazzo damore per il suo Thunderbolt.
Fino a ieri, Riise non aveva mai segnato a casa sua in
campionato. In Europa League sì, invece: con il Fulham lo scorso 5 novembre. Dove, guarda caso, sul tabellino dei marcatori cera finito pure un certo Okaka. Alla sua prima stagione romanista aveva scosso la Scala del calcio con due gol a Milan e Inter, giusto per non fare torti e lo scorso 27 agosto aveva firmato il 7-1 sul Kosice. Stava per abbassarsi il sipario di Spalletti, ma per Riise non sarebbe cambiato nulla.
Complice la lungodegenza di Tonetto, il roscio più amato dalla Sud avrebbe trovato un posto da titolare anche con Ranieri. Anzi, si può dire che tra i due sia stato amore a prima vista. Dove? A Siena, perché il destino quando ci si mette sa essere parecchio beffardo. È il 13 settembre, Ranieri siede per la prima volta sulla panchina della
Roma, mancano una sessantina di secondi alla fine di una delle peggiori partite della Roma. L1-1 permetterebbe di portare a casa il primo punto della stagione, uscendo così dallincubo delle prime due giornate: sconfitta (immeritata)
con il Genoa, sconfitta (meritata) con la Juve.
Terzi commette fallo su De Rossi, Damato di Barletta fischia una punizione centrale, Riise punta la porta e poi la sfonda con una fucilata. Riise si dimostra ancora più spietato il 23 gennaio con la Juve. In pieno recupero Pizarro pennella uno di quei cross alla Pizarro, John Arne incrocia di testa, batte Manninger e condanna Ferrara. Milano, Torino, in mezzo Siena e poi ancora Siena. Se va avanti così, i romanisti chiederanno di ribattezzare la cittadina norvegese dove è nato il vichingo. Alesund non è il massimo. Meglio AléSud. Vero, John?