Roma a Torino per tre rivincite

22/01/2010 alle 09:05.

GASPORT (A. CATAPANO) - Per farsi un’idea della rivalità tra Roma e Juventus, va colta nel momento di massimo splendore romanista, nel 1983. Il trionfo tanto atteso era ormai ad un passo e si facevano orgogliose rivendicazioni di diversità: «Piuttosto che avere padroni mi sarei messo a vendere cipolle, e con questa mentalità riuscirò a scucire uno scudetto a Boniperti, cioè ad Agnelli», raccontava Viola. Insomma per capire perché la Juventus sarà sempre una rivale storica, comee più della Lazio, bisogna ricordare quel che disse lo stesso Viola al Corsera: «La Juventus mi è sempre stata antipatica. Troppo perfetta, troppo forte, troppo potente, troppo famosa. La sua è l’arroganza di chi vuole vincere. La mia quella di chi non vuole sempre perdere».

Il trionfo tanto atteso era ormai ad un passo e si facevano orgogliose rivendicazioni di diversità: «Piuttosto che avere padroni mi sarei messo a vendere cipolle, e con questa mentalità riuscirò a scucire uno scudetto a Boniperti, cioè ad Agnelli», raccontava Viola. Insomma per capire perché la sarà sempre una rivale storica, comee più della Lazio, bisogna ricordare quel che disse lo stesso Viola al Corsera: «La mi è sempre stata antipatica. Troppo perfetta, troppo forte, troppo potente, troppo famosa. La sua è l’arroganza di chi vuole vincere. La mia quella di chi non vuole sempre perdere».

Superiorità Ecco. Forse il riferimento alla mentalità vincente della oggi appare fuori luogo, la squadra di Ferrara troppo cioccolatosa (come il budino) più che troppo forte. Però, la Roma di oggi— rilanciata da Ranieri, puntellata dalla Sensi, motivata da Montali e Pradè, convinta di poter respingere gli assalti del Real a — guarda la dall’alto verso il basso, senza arroganza, ma con la consapevolezza di chi si ritiene superiore e stavolta non vuole che tutta questa forza vada sprecata. Perché tante volte a Torino le è andata male, l’ultimo successo risale a Capello e Batistuta, 2-0 al Delle Alpi nel 2001 firmato dall’argentino e da Assunçao.

Maturità E se la spavalderia è un atteggiamento che può accompagnare , seppure ancora a mezzo servizio— il capitano non ha mai segnato a Torino alla —, un piccolo desiderio di vendetta (almeno nei confronti di Blanc) anima Ranieri e Montali. Il primo ritiene di essere stato licenziato senza giusta causa («Ma non sono a caccia di rivincite», giura), l’altro di non esser stato compreso («Io ero per delegare il potere, qualcun altro per accentrarlo», poi infatti hanno richiamato Bettega). Ma guai a trasmettere alla squadra questi sentimenti, si rischierebbe di sovraccaricarla. Piuttosto, in questi giorni a Trigoria allenatore e dirigenti martellano su un punto: che i calciatori non pensino all’arbitro e non facciano scenate di fronte a eventuali fischi sfavorevoli. Pensino solo a giocare. Ecco, questa sarebbe davvero una bella prova di maturità. Turone chi?