GASPORT (M. CALABRESI) - Chissà quante volte, in macchina con papà Marcello, Antonio Candreva avrà percorso il Raccordo Anulare, direzione nord. Da Tor de' Cenci alla Borghesiana. E chissà quante volte lui, cresciuto nella Lodigiani ma esploso nella Ternana, avrà sognato di tornare a Roma per vestire la maglia del suo cuore, quella giallorossa. Il destino, invece, riserva anche di questi intrecci, e quel giovane di belle speranze a cui molti avevano previsto un futuro roseo, la Roma se la troverà davanti nel suo primo giorno di scuola da juventino...
Derby del cuore Le sfide tra Lodigiani e Roma erano sentite quasi come il derby con la Lazio: «Antonio, già allora, era tifosissimo giallorosso, ma per 90 cancellava tutto dalla mente», tanto che in caso di gol con la Juve, esulterà. Con Guido Attardi (lo stesso che lanciò Luca Toni) Candreva fu convocato per una gara di Coppa Italia a sedici anni. Esordi Nella stagione 2002/2003, l'ultima della Lodigiani, a guidare gli Allievi Nazionali c'era Andrea Bambina, che fece esordire Candreva sotto età: «Non mi sono mai preso meriti - ammette -. Allenarlo è stata soltanto una fortuna». Sul telefono di Antonio è arrivato anche il messaggio di auguri del suo ex tecnico: «Nella mia squadra non era un titolare inamovibile, ma aveva doti da giocatore completo. Era il primo ad arrivare agli allenamenti e sempre pronto al sacrificio».




