CORSPORT (A. POLVEROSI) - Ha 32 anni, per Van Gaal è già in parabola discendente, eppure nelle due precedenti stagioni col Bayern aveva segnato 38 gol in 62 partite. Quello che potrà dare Luca Toni alla Roma lo decideranno il suo fisico e la sua forma. Se non avrà altri infortuni e se riprenderà una buona condizione, darà molto, moltissimo. Perché giocatore e squadra sembrano fatti luno per laltra. La squadra ha bisogno di un centravanti come Toni e un centravanti come Toni ha bisogno di una squadra che giochi per lui, più precisamente che lo tenga al centro della sua dinamica di gioco...
Toni è un giocatore formidabile, è il centravanti più completo del calcio europeo. Più completo non vuol dire più bravo, perché Torres e Benzema sono più forti di lui. Ma Luca, se ci viene passato un paragone gastronomico un pochino ardito, è come il maiale a tavo- la: non si butta via niente.
Cominciamo dai piedi. Il destro come il sinistro. Così, quando riceve palla con le spalle rivolte alla porta, il difensore che lo marca, anche il più attento, deve fare testa o croce per indovinare da quale parte si gira: è possibile anticiparlo, ma a rischio di una terribile figuraccia e di una probabile occasione da gol.
Passiamo al colpo di testa. La statura lo aiuta, ma tanti altri attaccanti di quellaltezza non sono dotati dello stesso colpo di testa. Un esempio è Adriano. Toni stacca bene, ma ciò che lo caratterizza è la scelta del tempo: difficile che la sbagli.
Poi il tronco. Una specie di muro su cui vanno a sbattere anche i difensori più robusti, più tosti e più cattivi. Regge bene lurto. Anzi, a volte dà limpressione di andare a cercarlo, per prendere la punizione o per mettere fuori tempo lavversario.
Passiamo agli arti superiori, le braccia, o meglio, i gomiti. Quando li allarga, diventa un problema portargli via la palla. Ha un modo potente ed efficacissimo di proteggere il pallone: allarga le braccia, appuntisce i gomiti, piega un po la schiena e così stacca di un bel po il difensore dalla palla.
Ora le gambe. Chi deve occuparsi dellultimo passaggio (Totti) ha un ampio margine di spazio dove mettere la palla perché la lunghezza delle sue gambe permettono a Toni di incrociare il diagonale dove pochi difensori possono arrivare.
Luca segna in tutti i modi. Con conclusioni dal limite dellarea, di precisione, di potenza, in acrobazia, con opportunismo. Ha fiuto, intuito, senso della posizione. Segna e gioca. Quando finisce la partita, anche se non ha fatto gol, è stato comunque prezioso per la squadra. Che aiuta quando è in difficoltà, la fa respirare perché sa tenere palla e la fa salire quando non riesce a creare gioco in altra maniera. Col lancio lungo per Ibrahimovic, unico schema della stagione scorsa dellInter, Mourinho ha vinto lo scudetto, ma non crediamo che sarà così anche per Ranieri, tatticamente di un livello superiore al portoghese.
Nel gioco del tecnico romano la figura della punta centrale forte fisicamente è sempre stata importante, se non fondamentale. A Napoli, aveva Silenzi come centravanti, con Careca che gli girava attorno; a Firenze cera Batistuta; a Valencia aveva portato Cristiano Lucarelli; allAtletico Madrid prese lui stesso lolandese Hasselbaink che poi ritrovò al Chelsea, come eredità di Vialli che aveva chiesto proprio a Ranieri se era adatto alla Premier League; al Parma cera Budan; alla Juventus ha puntato su Trezeguet al primo anno (20 gol in 36 partite), prima dellinfortunio. Adesso avrà Toni, un giocatore da rigenerare. E anche questa è una specialità di Claudio Ranieri.