IL ROMANISTA (T. CAGNUCCI) - Oggi, poco prima delle 15 guardate che succede sotto la curva Sud. Un mezzo trambusto, quel movimento che ne precede un altro: Christian Panucci, andrà dagli ultras. Scene nostre: Cerezo che la Maglia ce laveva sotto a quella della Doria, Tancredi che bacia la tuta del raccattapalle prendendola coi guantoni del Toro. Panucci, nei due versi, non è né Cerezo, né Tancredi, ma un passato recentissimo col quale la Roma deve ancora fare i conti. Panucci che se ne è andato non per volontà sua, ma della società e, prima ancora dellallenatore che non lo sopportava più, è lo stesso Panucci che ritorna: qualcosa non torna se il pezzo più importante di Roma (Colosseo incluso) sarà bagnato in attesa di fargli sentire lapplauso.
Spalletti sè dimesso quando lui era già partito, magari avesse scelto Leningrado prima ora Panucci starebbe col numero 2 giallorosso e non avrebbe bisogno di andare a riprendersi quella maglia dalla curva. Magari è stato un bene così, visto che altrimenti Marco Cassetti da Brescia, professione mito, mestiere esterno destro, non avrebbe fatto quel tutto che invece è riuscito a fare anticipando per sempre Natale. Magari, sono sliding doors della vita, roba poco interessante costruita con i se e con i ma. Oggi sotto la curva - almeno quella abitata dagli ultras - ci saranno altre certezze.
Alla fine Spalletti se ne è andato e Panucci pure, sa un po di beffa, chi ancora resta è la società: lui avrebbe dovuto fare il dirigente della Roma a fine carriera, secondo accordi che erano stati quasi siglati. Invece no. Oggi la società è contestata, lui sarà salutato come un amico: è unaltra equazione che non torna, mentre Spalletti sta già imparando il russo. Il fatto è che 8 anni sono tanti, anche se qualcuno è stato fatto di incomprensioni. Il fatto è che "siamo tutti Christian Panucci", anche se tutti a volte non lhanno cantato, è stato un grido di battaglia persino incarnato dalla signora Maria quando prese testa al corteo di protesta dei tifosi sotto la Figc (il giorno prima il presidente aveva parlato di associazione a delinquere, il giorno prima e quattro anni prima di Calciopoli).
Tutto questo significa una cosa: che Roma, alla fine non dimentica e che, soprattutto, Roma è impossibile scordarla. Panucci ha vestito le maglie di mezzo mondo, lui nato verace genoano (maglia che pesa, eccome) ma questa qua gli è rimasta colorata addosso. Lha detto in questi giorni di vigilia in cui certo non aveva bisogno di fare il ruffiano: a che gli serve? Panucci è uno dai sentimenti persino esagerati (non può essere mai un caso che abbia un rapporto di amicizia con De Rossi) avrà dato tutto - e lo farà anche oggi pomeriggio - per tante maglie in passato, ma non è detto che un uomo che sia stato con tante donne non possa essersene di una veramente innamorato. La cosa bella è che Roma lamano tutti, la cosa strana è che non sono tutti Christian Panucci.