Roma alla De Rossi

05/11/2009 alle 09:53.

IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - «Dobbiamo diventare forti in campionato e forti in Europa». E una. «Adesso non siamo nè una squadra da campionato, nè da coppa». E due. Claudio Ranieri in versione grillo parlante. Così mette a nudo i problemi della Roma. In più: «Un centravanti ci farebbe comodo». E l’opera è completata se poi ascolti Pizarro quando sostiene che il problema della squadra «è nella testa». Stasera c’è Roma-Fulham, i giallorossi, terzi nel girone, si giocano una buona fetta della qualificazione. Vincere per il morale, per guardare un po’ più da vicino i sedicesimi di Europa League, per ritrovare ...

Stasera c’è Roma-Fulham, i giallorossi, terzi nel girone, si giocano una buona fetta della qualificazione. Vincere per il morale, per guardare un po’ più da vicino i sedicesimi di Europa League, per ritrovare fiducia e per prepararsi al meglio per l’Inter. Per dirla alla Ranieri, per diventare una squadra da campionato e da coppe, insomma. E perché no? per riconquistare i tifosi, che fischiano sempre e comunque in questo periodo. Stasera tregua, solo Ranieri rischia la contestazione. «A me non interessa. Domenica ho solo voluto difendere la squadra, cosa che farei sempre. L’intimidazione mi dà fastidio. Oggi si pensa che se vinci ti sei impegnato, se perdi no. Mi dispiace, non è così».



Il Fulham? «Una gara difficile. Ha fatto bene col Manchester e ha strapazzato il Liverpool. Vogliamo andare avanti in Europa. La manca a tutti noi, ma non bisogna denigrare questo torneo. È un campionato europeo di prima fascia, non di primissima, ma stiamo lavorando per tornare nel calcio d’elite e non dobbiamo snobbare un buon palcoscenico. Ricordo poi che vanno difesi i quattro posti in : se non andiamo avanti perderemo il quarto e sarà sempre più difficile».




«L’Europa League è la nostra », sostiene
, che ha presentato ieri il suo nuovo scarpino Adidas. Lui stasera vorrebbe vincere e tornare a far festa con i tifosi. «Non è facile ma il rapporto con loro si riallaccerà. Non è la prima volta che ci allontaniamo un pochino da loro. Fare risultati importanti potrebbe riportare entusiasmo in tutta la à, che vive di calcio e di Roma. Senza risultati nessuno pretende incitamento. Ci sono anche problemi che vanno oltre la sfera tecnica. Disagio per i fischi alla società? No. I Sensi mi hanno preso a dodici anni e mi hanno fatto diventare un calciatore ricco. Hanno fatto grandi cose per me e per la Roma. E’ un momento difficile, non lo ha mai negato nessuno. Però noi non possiamo crearci alibi. Se arriverà un benefattore al loro posto, saremo contenti. Il mio futuro a Roma? Io ho fatto una scelta di cuore, ma non prevedo il futuro».




, per qualcuno, non è più il giocatore di prima. Lui non è molto d’accordo. «Ognuno fa le proprie valutazioni. Vivo solo un momento simile alla squadra. Non sono io la zavorra. Ranieri mi vuole proteggere dalle critiche, ma io ho sempre giocato così. E’ solo un momento poco brillante. Come dite voi, non faccio una partita decente da due anni, quindi posso solo che migliorare». Ironia. Daniele crede nella rimonta in campionato e vuole l’Europa League. «Siamo un gruppo con uno spogliatoio eccezionale. Faccio fatica a ricordarmene uno così unito e con tanti bravi ragazzi. Per noi è importante ricominciare a vincere per acquisire fiducia. Adesso non ci gira benissimo e non rendiamo al massimo. Credo ancora nel quarto posto, in classifica non siamo
bene ma i punti dalla vetta non sono molti».


 

Per ora la Roma è bruttina. «Bruttina come l’anno delle undici vittorie consecutive. Facemmo tre mesi indecenti, contestati e chiusi a Trigoria, ma poi... Insomma, miglioreremo, insieme con Ranieri. La situazione non è rosea, ma nemmeno siamo al tracollo. La rosa è la stessa dell’anno scorso, cioè all’altezza. Dobbiamo fare un buon campionato per arrivare quarti, l’ho sempre detto. E’ importante per noi e per le casse del club».



Poi, la nazionale, il mondiale. Spalletti in azzurro, si dice. «Sarebbe l’uomo ideale», sostiene Daniele. Non avevamo dubbi. Dopo il Mondiale, però.