
IL ROMANISTA (G. DOTTO) - Da tifosi per i tifosi. Quelli del "Romanista" hanno come missione quella di stare con le antenne dritte. A captare i sottili spostamenti magnetici del campo giallorosso. Lultima percezione fa male al cuore. Ci stiamo lentamente ma inesorabilmente calando negli stracci della provinciale.
Il messaggio parte dai vertici del club. Le prove. Rosella Sensi che si aggrappa melodrammatica alle tende (vedi consorte al seguito) ogni volta che la Roma la sfanga in affannosa rimonta col Bologna o con il Fulham. Ieri il mister (ciao Pelosi, sei bravissimo, ma non sono per niente daccordo con il tuo 8 in comunicazione a Ranieri, stesso voto di Mourinho) ha infelicemente detto: Per vincere a San Siro dobbiamo fare la partita perfetta, mentre loro devono sbagliare qualcosa. Classica locuzione da squadra tapina.
Questo Spalletti non lo avrebbe mai detto, anche con lalibi della mezza squadra in meno. A spernacchiarlo, Ranieri, ci pensa quel serpente a tripla squama di Mourinho che, dieci minuti dopo, da Appiano Gentile, fa sapere al mondo che la Roma è da scudetto.
Come dire, Ranieri sei scarso. E dunque? Adattiamoci. Visto che non siamo più belli (hai vinto tu Ranieri, il bel
gioco ce lo stiamo scordando), ci toccherà stasera a San Siro essere brutti, sporchi e cattivi. Non possiamo più fraseggiare sublimi, addentiamo feroci. Qualunque cosa. Incluso locchio tenebroso di Josè. Troppe cose e troppi punti ci dividono dallInter. Una cosa però labbiamo in comune. Prendiamo gli scarti del Real Madrid. Solo che loro portano a casa Cambiasso, Samuel e Snejider, noi Cicinho e Baptista. Amen.