Nazionali: tra Roma e Brasile finisce 1-1

11/11/2009 alle 09:27.

CORSPORT (P. TORRI) - Roma uno, Brasile uno. Che, detto così, sarebbe un risultato straordi­nario contro i cinque volte campioni del mondo. Solo che qui stiamo parlando della vicenda nazionali brasiliani. E sia­mo appena alla fine del primo tempo. Perché dopo una giornata di telefonate, contatti, fax e, pare, pure piccioni viag­giatori, il risultato è stato che Doni stamattina, insie­me a Julio Baptista (sulla cui partenza non c’erano mai stati dubbi, tanto me­no opposizioni da parte del club giallorosso), alle dieci e trenta decollerà con un volo della Qa­tar Airways per Doha rispondendo così alla convocazione, mentre Juan, il terzo convocato romanista, ..

Per ora, almeno. Perché la vicenda non può considerarsi ancora conclusa, causa federazione brasiliana, che non è pro­prio l’ultima del mondo, che nel momen­to in cui scriviamo non ha ancora rispo­sto all’ultimo fax partito da Trigoria in cui si dava il semaforo verde per il por­tiere e quello rosso per il difensore cen­trale, reduce da un problema muscolare. Con il direttore sportivo Daniele Pra­dè costretto a letto da una forte forma influenzale (auguri), la vicenda è stata seguita dal direttore tecnico Bruno Con­ti e dall’ottimizzatore ( nessuna ironia, così è stato scritto nel co­municato della società) Gian Paolo Montali che, peraltro, nei giorni scorsi ha tenuto a precisare di considerarsi più semplice­mente coordinatore tecni­co. Ma al di là delle eti­chette che lasciano il tem­po che trovano, il pugno di ferro scelto dalla Roma nella giornata di domenica scorsa quando fu annunciato che nè Doni, nè Juan avrebbero risposto alla convocazione del Brasile per le due amichevoli contro Inghilterra e Oman, si è rivelato assai meno di ferro di quel­lo che si poteva supporre.

Perché ieri, dopo che il ct Dunga aveva detto al mon­do che voleva i due giocatori a sua di­sposizione, a Trigoria, poco dopo pranzo, è arrivato pure il fax della federazione brasiliana di risposta a quello della Ro­ma spedito domenica scorsa. Fax che ri­spediva al mittente il no della Roma, chiedendo che i due giocatori rispondes­sero regolarmente alla convocazione, al­trimenti... A questo punto, allora, sono cominciati i contatti con il Sudamerica, andati avanti per tutto il giorno, cercando di trova­re un punto d’incontro che di fatto non si può dire che sia stato trovato. Bruno Conti ha telefonato alla fe­derazione brasiliana chie­dendo di mettersi in con­tatto con Dunga, gli è stato risposto che il ct era in viaggio. Allora il direttore tecnico giallo­rosso ha parlato con il vice di Dunga, Jorginho (l’esterno campione del mondo nel 1994, in Europa lo abbiamo visto con la maglia del Bayern Monaco), spiegando come la mancata partenza dei due giocatori si sarebbe rivelata un van­taggio per tutti, consentendo ai due gio­catori di potersi curare e allenare a Tri­goria. Discorso che ha convinto solo a metà (nella migliore delle ipotesi).

Con­ti le ha provate tutte: «Credo che la solu­zione di non farli partire sarebbe stata la migliore per tutti. Noi puntiamo tantis­simo su Doni e Juan, vogliamo che tor­nino in grandi condizioni per dare il lo­ro contributo alla Roma. Alla fine si è deciso di far partire solo Doni » . Che, co­me ha spiegato Montali, ha quasi risolto i suoi pro­blemi fisici o presunti tali ( non va dimenticato che Doni non ha preso per niente bene la mancata convocazione per la parti­ta di domenica scorsa con­tro l’Inter): « Su Doni biso­gna dire che in questi ulti­mi giorni è decisamente migliorato il suo quadro clinico. E quindi abbiamo deciso di metterlo a disposizione del Brasile. Juan invece resta qui » . Sa tan­to di una difesa di chi si è salvato in cal­cio d’angolo. Ma attenzione, però, il Bra­sile può fare male anche dal calcio d’an­golo. La partita non è ancora finita. E l’ottimizzazione della Roma per ora non è stata tale.