CORSPORT (P. TORRI) - Roma uno, Brasile uno. Che, detto così, sarebbe un risultato straordinario contro i cinque volte campioni del mondo. Solo che qui stiamo parlando della vicenda nazionali brasiliani. E siamo appena alla fine del primo tempo. Perché dopo una giornata di telefonate, contatti, fax e, pare, pure piccioni viaggiatori, il risultato è stato che Doni stamattina, insieme a Julio Baptista (sulla cui partenza non cerano mai stati dubbi, tanto meno opposizioni da parte del club giallorosso), alle dieci e trenta decollerà con un volo della Qatar Airways per Doha rispondendo così alla convocazione, mentre Juan, il terzo convocato romanista, ..
Per ora, almeno. Perché la vicenda non può considerarsi ancora conclusa, causa federazione brasiliana, che non è proprio lultima del mondo, che nel momento in cui scriviamo non ha ancora risposto allultimo fax partito da Trigoria in cui si dava il semaforo verde per il portiere e quello rosso per il difensore centrale, reduce da un problema muscolare. Con il direttore sportivo Daniele Pradè costretto a letto da una forte forma influenzale (auguri), la vicenda è stata seguita dal direttore tecnico Bruno Conti e dallottimizzatore ( nessuna ironia, così è stato scritto nel comunicato della società) Gian Paolo Montali che, peraltro, nei giorni scorsi ha tenuto a precisare di considerarsi più semplicemente coordinatore tecnico. Ma al di là delle etichette che lasciano il tempo che trovano, il pugno di ferro scelto dalla Roma nella giornata di domenica scorsa quando fu annunciato che nè Doni, nè Juan avrebbero risposto alla convocazione del Brasile per le due amichevoli contro Inghilterra e Oman, si è rivelato assai meno di ferro di quello che si poteva supporre.
Perché ieri, dopo che il ct Dunga aveva detto al mondo che voleva i due giocatori a sua disposizione, a Trigoria, poco dopo pranzo, è arrivato pure il fax della federazione brasiliana di risposta a quello della Roma spedito domenica scorsa. Fax che rispediva al mittente il no della Roma, chiedendo che i due giocatori rispondessero regolarmente alla convocazione, altrimenti... A questo punto, allora, sono cominciati i contatti con il Sudamerica, andati avanti per tutto il giorno, cercando di trovare un punto dincontro che di fatto non si può dire che sia stato trovato. Bruno Conti ha telefonato alla federazione brasiliana chiedendo di mettersi in contatto con Dunga, gli è stato risposto che il ct era in viaggio. Allora il direttore tecnico giallorosso ha parlato con il vice di Dunga, Jorginho (lesterno destro campione del mondo nel 1994, in Europa lo abbiamo visto con la maglia del Bayern Monaco), spiegando come la mancata partenza dei due giocatori si sarebbe rivelata un vantaggio per tutti, consentendo ai due giocatori di potersi curare e allenare a Trigoria. Discorso che ha convinto solo a metà (nella migliore delle ipotesi).
Conti le ha provate tutte: «Credo che la soluzione di non farli partire sarebbe stata la migliore per tutti. Noi puntiamo tantissimo su Doni e Juan, vogliamo che tornino in grandi condizioni per dare il loro contributo alla Roma. Alla fine si è deciso di far partire solo Doni » . Che, come ha spiegato Montali, ha quasi risolto i suoi problemi fisici o presunti tali ( non va dimenticato che Doni non ha preso per niente bene la mancata convocazione per la partita di domenica scorsa contro lInter): « Su Doni bisogna dire che in questi ultimi giorni è decisamente migliorato il suo quadro clinico. E quindi abbiamo deciso di metterlo a disposizione del Brasile. Juan invece resta qui » . Sa tanto di una difesa di chi si è salvato in calcio dangolo. Ma attenzione, però, il Brasile può fare male anche dal calcio dangolo. La partita non è ancora finita. E lottimizzazione della Roma per ora non è stata tale.