L'Inter da corsa è rimasta a Kieva: Eto'o la salva da una bella Roma

09/11/2009 alle 09:41.

CORSERA - L’Inter rallenta (secondo pareggio) e il campiona­to, che mai era stato chiuso, è di nuovo spalancato, con la Juve a 5 punti e il Milan a 7. A frenare i ne­razzurri non sono state soltanto le fatiche di Kiev e le scelte di par­tenza di Mourinho, ma anche e soprattutto l’intensità di gioco della Roma, che è sempre rima­sta in partita e sempre ha provato a vincere, senza mai farsi assedia­re, anche dopo aver perso De Ros­si dopo mezz’ora, per un contatto con Vieira, che ha provocato la frattura scomposta allo zigomo destro (a fine partita il francese ha chiamato il romanista per co­noscere le sue condizioni)

La Roma ha legittimato il van­taggio, con un primo tempo di iniziativa e di pressione, nel qua­le ha concesso all’Inter una sola palla-gol nitida (Milito, con ma­gnifica risposta di Julio Sergio, 18’), secondo logica, perché è im­pensabile che chi procede al pas­so possa far meglio di chi corre e gioca con intelligenza, nonostan­te le assenze di , Burdisso, Juan, Taddei più . La par­tita con la Dinamo ha condiziona­to le scelte di Mourinho, ma chi è entrato non era più in palla di chi è rimasto fuori. Sneijder (esausto dopo la ), Cambiasso (non si capisce bene se stia bene o stia male) e Balotel­li (per postulato) sono andati in panchina, ma i nerazzurri non so­no mai riusciti a entrare in parti­ta: Muntari, sulla destra, è appar­so palesemente fuori ruolo; Thia­go Motta è stato sovrastato sul piano dinamico; Vieira ha subito il pressing avversario; Stankovic ha faticato a entrare nel gioco; Eto’o, per tutto il primo tempo, si è mosso lontanissimo dalla por­ta.

Era evidente che contro una Roma così organizzata, soprattut­to in fase difensiva, ma abile nel gioco palla a terra, serviva l’enne­sima rivoluzione e Mourinho è stato costretto a mandare in cam­po Sneijder e Balotelli. Una solu­zione che, nel giro di 3 minuti, ha consentito ai nerazzurri di rag­giungere il pareggio con Eto’o (as­sist di Thiago Motta, dopo l’aper­tura di Balotelli), bravo a pescare l’angolo, dove Julio Sergio non sa­rebbe mai arrivato. Ma il gol del pareggio non è stato l’inizio del­l’arrembaggio nerazzurro, pro­prio perché la Roma ha sempre trovato la forza per ripartite in contropiede, che gli interisti han­no frenato ricorrendo ai falli tatti­ci (26 a 13 il bilancio finale), in una partita mal governata da Roc­chi. L’Inter non ha mai trovato quella fluidità nel gioco d’attacco che si era vista non solo a Kiev; gli spazi erano stretti e il tridente ha finito per rimanere soffocato, anche perché Balotelli, bravo nel cercare lo spazio e ritrovarsi libe­ro, a destra e a sinistra, è stato cer­ poco dai compagni e nell’oc­casione che gli è capitata non è riuscito a colpire come avrebbe voluto, trasformando il tiro in un assist per Milito (40’). L’Inter del­la ripresa, anche dopo l’ingresso di Cambiasso per Thiago Motta (a rischio rosso), è apparsa una squadra del tutto priva di equili­brio, con un ritorno a un 4-2-4 av­venturoso, che ha esposto la dife­sa nerazzurra a gravi e ripetuti ri­schi e che non ha prodotto i risul­tati sperati.

Resta da capire se abbia pesato di più la vittoria in Le­ague oppure la forza della Roma, che pure aveva giocato giovedì in Europa League. Ma la conclusio­ne è che la fuga nerazzurra è già stata ridimensionata.