IL ROMANISTA (D. GIANNINI) - Se segni il tuo primo gol in Serie A a 17 anni vuol dire che sei uno forte. Ma se il secondo lo fai pochi mesi dopo a
Era solo la seconda delle 184 perle regalate in serie A. La prima al Bari, lavversaria di domenica, la squadra contro la quale farà il suo rientro dopo lennesimo infortunio. Anche ieri si è allenato col gruppo ed è quindi pronto a migliorare il suo score assoluto e quello contro i pugliesi, ai quali, dopo quel gennaio del 1995, ha fatto male altre sei volte. La seconda stoccata la diede a meno di un anno di distanza da quel primo cucchiaio e fu una rete molto simile. Palla in verticale di Balbo per Francesco che questa volta non ha bisogno neppure di stoppare: ari-oplà, portiere scavalcato e gol. Stavolta sotto la Nord. Era la partita di andata contro il Bari nella stagione 1995-1996 e, tanto per non farsi mancare nulla, il ragazzo prodigio segnò pure al ritorno al San Nicola ancora con un gol decisivo nel 2-1 a nostro favore (laltra rete la segnò Statuto). Nel 1997-1998, dopo una stagione di pausa, Francesco riprese il discorso contro il Bari segnando ancora in trasferta, ma stavolta concedendosi una doppietta, per lesattezza la prima e la terza rete nel 3-1 finale. Era la prima Roma di Zeman e Totti era ormai consacrato come campione assoluto. Nella seconda stagione col boemo in panchina contro i galletti arrivò un deludente 1-1 e ma Francesco lasciò comunque il suo segno su rigore. Curiosa la similitudine con il suo settimo ed ultimo centro al Bari. Era lanno del terzo scudetto e allOlimpico finì di nuovo 1-1 in una delle poche giornate amare di quella stagione. Ancora una volta rigore, conclusione che fu una fotocopia di quella di due anni prima. Era il 14 gennaio 2001, sei anni dopo il suo primo cucchiaio.
La sua serie si interruppe lì, ma non certo per colpa di Francesco che di gol ne ha continuati a segnare a chiunque, in ogni parte del mondo, ma per lassenza dei pugliesi dalla Serie A. Il capitano vuole ricominciare da qui, da una squadra che gli ha sempre portato fortuna (difficile, a dire il vero, trovarne molte da lui risparmiate), vuole tornare a segnare come stava facendo in un inizio di stagione da record. Durante il periodo in cui è stato fuori di lui si è parlato, come al solito, quasi più di quando è protagonista in campo. Lippi, il mondiale, persino Di Canio ha pensato bene di dire la sua. Oppure Ventura, il tecnico avversario di domenica, che qualche giorno fa ha detto: «Spero ci sia». E infine Piersilvio Berlusconi, che proprio ieri ha ribadito quanto detto altre volte: «Totti? Ho unadorazione per lui, ma è un sogno». Per noi romanisti è realtà. Una realtà che dura da più di 15 anni. Da quando il cucchiaio ancora serviva solo per la zuppa. Da quando Mazzone gli disse: «A France, vatte a fà la doccia».