Il mercato dei sogni

18/11/2009 alle 10:27.

IL ROMANISTA (A. MANDOLESI) - Un saggio e anziano collega di cui non farò il nome neppure sotto tortura mi ripeteva sempre: “Caro amico, nell’ambito sportivo, vendono solo quei giornali che regalano sogni ai tifosi, non quelli che privilegiano la Verità”. Questa sua filosofia calza a pennello quando si parla di calciomercato che, negli anni in cui mi avvicinai al mondo del giornalismo finendo di distruggere la reputazione (già abbondantemente compromessa) di questo mestiere, interessava un periodo circoscritto di 15 giorni quando, all’Hotel Gallia di Milano, si radunavano tutti i dirigenti delle società più importanti per decidere il futuro delle squadre e dei giocatori. Erano tempi in cui il destino del calcio non era nelle mani dei procuratori, e le società proprietarie del cartellino dei calciatori avevano ..

Ho fatto questo lungo preambolo perché oggi è proprio di mercato che debbo parlare. Premesso che le condizioni economiche della società non sono in grado di sostenere spese o ingaggi rilevanti, proviamo quindi a fantasticare su quanto il mercato potrebbe offrire. E’ chiaro che, a stagione inoltrata, sono rimasti su piazza solo quei giocatori che, per una ragione o per l’altra, non hanno risposto alle aspettative delle rispettive società oppure non sono più graditi agli allenatori. Si sono fatti (e si continuano a fare) moltissimi nomi, alcuni dei quali francamente improponibili come Rolando Bianchi, attuale capocannoniere della Serie B, che ha troppe volte dimostrato di soffrire il salto di categoria (anche nella Lazio ha segnato appena 4 reti), o come altri che, proprio dal punto di vista fisico, non corrispondono a quell’ariete che manca alla Roma fin dal giorno della partenza di Batistuta. Ai giallorossi non serve un piccoletto tutto dribbling e velocità, ma un pennellone che faccia salire la squadra e che la butti dentro di testa nelle aree affollate dove bisogna saltare allargando i gomiti. Con queste caratteristiche il lotto dei papabili si restringe paurosamente a tre attaccanti che hanno voglia di cambiare aria. Roman Pavlyuchenko, Ruud Van Nistelrooy e Luca Toni. Tutti e tre, grandi goleador, che però fino ad oggi hanno segnato solo una rete nei rispettivi campionati inglese, spagnolo e tedesco.

Il russo, alto 188cm, è il più giovane (compirà 28 anni tra due settimane) e, anche per colpa dei problemi al tendine di achille, ultimamente si è trovato troppe volte a scaldare la panchina del Tottenham. Da qui l’ipotesi di uno scambio tra Baptista e Pavlyuchenko, anche se l’agente del brasiliano, Herminio Menendez, ha voluto subito mettere in chiaro che un’operazione del genere non sarebbe nei loro programmi. In Spagna Van Nistelrooy ha perso il posto da titolare. L’incidente al ginocchio che lo ha tenuto lontano dai campi per 8 mesi (da novembre a luglio) è costato caro al bomber olandese che scalpita, anche lui dall’alto dei 188 cm di statura, a dispetto dei 33 anni di età. Le antiche incomprensioni con la società giallorossa, gli anni, ed i tanti incidenti subiti ne sconsigliano l’ingaggio che sarebbe comunque estremamente oneroso per la Roma. Rimane dunque Luca Toni, 32 anni, alto 195cm, che conosce alla perfezione compagni ed avversari, ed è amico di il quale, non a caso, recentemente lo ha chiamato per informarsi sulla sua eventuale disponibilità.

Da tempo Toni non è quel goleador irresistibile che ha saputo farsi largo dopo una lunghissima ed estenuante gavetta, ma è integro, ha tanta voglia di fare, e tornerebbe volentieri a vivere nella capitale dopo quella stagione trascorsa in Serie C con la maglia della Lodigiani. Era il 1998-99, e Zeman, che ancora allenava i giallorossi, si divertiva ad osservare quel giovane modenese che, pur muovendosi in modo pesante e sgraziato, riuscì a segnare 15 reti. Un amante dell’estetica come il boemo non poteva impazzire per un giocatore così, infinitamente più apprezzato da chi vede il calcio in modo più pragmatico come il sottoscritto. Ripensando ad allora dovrei dire immodestamente che avevo visto giusto. Ora mi piacerebbe rinverdire quei pomeriggi trascorsi allo stadio Flaminio. Sono certo che, con la maglia giallorossa, Toni potrebbe dire la sua e regalare alla Roma una classifica più confacente al nome ed ai colori che rappresenta.