Campo Testaccio ritrova i suoi eroi. Amadei: «La Roma si ama sempre»

04/11/2009 alle 09:24.

CORSPORT - In giorni di contestazione e di po­che migliaia di spettatori paganti presenti all’Olimpico, può far bene fare un tuffo nel passato. Vedere le immagini in bianco e ne­ro del Campo Testaccio, il tempio della Ro­ma delle origini, ricordare i suoi eroi, am­mirare le tribune stracolme di pubblico. Un calcio diverso e un tifo diverso. A ottanta anni dalla nascita di Campo Testaccio ri­cordare quella realtà è quanto mai attuale...



MOSTRA - E’ anche per que­sto che l’Unione Tifosi Ro­manisti ha voluto celebrare con una mostra fotografica l’anniversario della nascita di uno stadio che ancora og­gi rappresenta il simbolo di un certo modo di vivere il calcio e la passione per la Roma. E’ per questo che ieri pomeriggio al Top Five in via di Monte Te­staccio non è voluto mancare proprio nes­suno con tanti protagonisti della Roma del passato e del presente. A partire da Amedeo Amadei, il “fornaretto”, il centravanti che tante volte ha fatto gridare di gioia il pub­blico del Campo Testaccio fino ad arrivare, risalendo nella storia della Roma, a Claudio Ranieri, l’allenatore del presente romani­sta, legato a doppio filo a quel modo di vive­re la Roma che rappresenta il Campo Te­staccio.



IL RITORNO - E’ cresciuto proprio lì a pochi metri dal luogo dove si trovava il vecchio stadio. Ed è per questo che Ranieri ha vo­luto a tutti i costi essere presente alla sera­ta, perché «essere qui oggi è un po’ come es­sere ritornato alla base, dopo aver lasciato Roma giovanissimo e aver girovagato per il mondo in tutti questi anni». Tanti ricordi per chi a Testaccio ha vissuto e respirato il romanismo più verace. Ricordi come quel­li della signora Maria Sensi che ha sottoli­neato il legame tra la famiglia Sensi e il Campo Testaccio, con Silvio Sensi, padre di Franco, tra gli artefici di quella Roma e di quell’impianto.



VECCHIE GLORIE - In campo però, in quella Roma del Campo Testaccio che fu poi capace di conquistare il pri­mo scudetto nella stagione 1941/42, ma sul palcosceni­co dello Stadio Nazionale, at­tuale Stadio Flaminio, c’era­no giocatori straordinari co­me Amedeo Amadei. Uno dei più grandi bomber della storia giallo­rossa coglie l’occasione per rivolgere il suo appello ai tifosi. «La Roma si ama e a lei si vuole sempre bene. Bisogna incoraggiarla a fare di più e meglio, per dare soddisfazioni a noi tifosi. Ultimamente la squadra è un po' modesta, e non dà soddisfazioni, ma do­menica ha giocato con voglia. Questo deve far piacere ai tifosi». Insieme a lui anche Giacomo Losi, generazioni diverse, ma stes­sa passione per la Roma e poi i figli dei va­ri Bernardini, Luduena, Bodini, e Giorgio Rossi, il massaggiatore che con i suoi 52 an­ni di attività all’interno dello spogliatoio ro­manista, rappresenta un pezzo di storia giallorossa.