Doni-Cicinho: "Stanchi ma felici. A Milano chissà..."

09/10/2009 alle 09:35.

GASPORT (S. BOLDRINI) - Cicinho è quasi pronto, Doni deve ancora sgobbare. Il senso del test voluto da Ranieri con la Primavera (9-2) per prova­re i due grandi convalescenti è nel rigore che ha chiuso la prati­ca sul campo C di Trigoria, quel­lo dove presto sorgerà una tribu­na per accogliere i tifosi ed apri­re le porte al popolo romanista una volta la settimana: Cicinho ha fulminato dal dischetto il con­nazionale, in porta con i ragazzi di De Rossi. Cicinho uscendo dal campo ha detto: «Sono stanco, ma sono pronto. Spero di andare almeno in panchina a Milano. Mi manca il ritmo partita, ma quello si acquista solo giocando».

Doni La valanga di gol incassa­ti in questi mesi, le incertezze dei tre portieri che si sono alternati avevano però fatto di Doni l’os­servato speciale. Il brasiliano ha difeso la porta della Primavera e, come ha confessato più tardi, non è stato facile tornare dopo sei mesi di inattività: «Mi sono sentito spaesato, ma credo che sia normale dopo quello che mi è successo». La felicità di Doni di ritrovarsi in porta è durata tre mi­nuti. È stato Okaka a spezzare il sogno con il primo dei 9 gol incas­sati dal brasiliano. Okaka poi si è ripetuto: doppietta anche per Gu­berti e un gol a testa per Pit, Espo­sito, Faty, Malomo e Cicinho. Per la Primavera, reti di Sciarra ed Alessandrini.

favorito Nel secondo tem­po, è sceso in campo e il romeno, complice l’infortunio di Julio Sergio, resta il favorito per difendere la porta della Roma. Doni, con molta onestà, ha det­to: «Se dovessi giocare subito, non sarei in grado di farlo. Sono stanchissimo. Alla partita di Mila­no mancano però dieci giorni e io darò il massimo per essere di­sponibile ». Doni ha parlato dei problemi della scorsa stagione: «Il dolore al ginocchio mi impedi­va di allenarmi. Spalletti mi chie­se di giocare in Supercoppa dopo due mesi di cure e cominciò il bal­letto. Giocavo e non mi allenavo. Ho stretto i denti, anche perché c’era il sogno della finale Cham­pions a Roma, ma poi il dolore è diventato insopportabile e sono stato costretto a fermarmi. Timo­re di interrompere la carriera? Non posso permettermelo, con quello che costano i miei figli». Doni salutò la Roma con Spal­letti e la ritrova con Ranieri: «Sta lavorando bene. Quando la squadra capirà che cosa vuo­le, andrà meglio. I miei obietti­vi? Il primo è tornare nella Ro­ma, il secondo è il Mondiale».

Stadio Il sottosegretario al mini­stero dei Beni Culturali, France­sco Giro, è intervenuto ieri a Tele­RadioStereo: «La Roma non ha ancora presentato alcun proget­to, né in Regione, né al Comune, e quindi non possiamo fare valu­tazioni. Il luogo scelto dalla Ro­ma pone problemi seri: lo stadio potrebbe essere anche costruito su un’altra area».