GASPORT (S. BOLDRINI) - Sull'orlo delle dimissioni. Luciano Spalletti sta seriamente pensando di chiudere il suo rapporto con la Roma. "Non ne posso più, basta", gli è scappato più volte nelle ultime ore. Conque parole per spiegare lo stato d'animo dell'allenatore toscano, ultimo in classifica, con i nervi a fior di pelle, in rotta con Totti, parte della squadra e l'ambiente: alcune radio romane ieri l'hanno fatto a pezzi. La situazione è in piena evoluzione. Ieri pomeriggio si sarebbe svolto un incontro con Rosella Sensi per trattare la resa. La notizia ha ballato a lungo tra smentite e ammissioni. In realtà, ci sarebbe stato un primo contatto. Il seguito è previsto per oggi. La cronaca. Spalletti, che ..
La cronaca. Spalletti, che ieri si è presentato a Trigoria nonostante i due giorni di riposo, si è consultato con il suo avvocato fiorentino e alcuni allenatori amici per capire quale sia la migliore strategia per concludere l'eventuale addio alla Roma. In questa vicenda, ballano 7,2 milioni di euro lordi: è la cifra che lega per contratto Spalletti alla Roma fino al 30 giugno 2011. La Roma non lo licenzierà mai, quindi restano praticabili due strade: dimissioni o risoluzione consensuale. A Spalletti è stato consigliato di scegliere la seconda, quella di un accordo "bonario", che, però, richiede, vista l'entità della somma, una vera trattativa. C'è poi un altro aspetto non secondario da considerare: lo staff tecnico di Spalletti. Sei persone: il vice Domenichini, il preparatore atletico Bertelli, il collaboratori Baldini, Andreazzoli e Franceschi, l'allenatore dei portieri Bonaiuti, legati alla Roma fino al 2011. A semplificare la situazione potrebbe esserci un'offerta da parte di un altro club nelle tasche di Spalletti. Il nome più gettonato è quello dello Zenit San Pietroburgo.
Agonia. Le ultime ore di Spalletti sono state uno stillicidio. Ha attaccato, senza nominarlo mai, Totti. La Roma è ultima in classifica e ha chiuso il mercato con due operazioni minori (l'attaccante Fabio Zamblera, classe 1990 e il portiere romeno Lobont), fallendo l'assalto all'attaccante olandese Van Nistelrooy. E' un'agonia, cominciata in un giorno di primavera parigina del 2008, quando Spalletti fu ricevuto dagli uomini di fiducia di Abramovich, alla ricerca di un allenatore per il Chelsea. Quel viaggio ha segnato gli ultimi 15 mesi romani di Spalletti. La stagione 2008-2009 è stata una sofferenza, con l'accesso all'Europa League raggiunto all'ultimo tuffo. A maggio il divorzio sembrava inevitabile. "Può darsi che alcune componenti abbiano fatto riunioni per mandarmi via" (10 maggio). "Quando uno in un posto non ci vuole stare è meglio lasciarlo andare" (25 maggio). Il 4 giugno Spalletti incontro Rosella Sensi: due ore di colloquio e la decisione di andare avanti. "Resto perchè sono io che voglio restare". Ma già dopo 24 ore le prime scintille con Totti. "Spalletti resta? Sono contento, anche perchè in giro non c'era altro", le parole del capitano e, immediata, la replica "Totti si è sbagliato, perchè di meglio c'è sempre e questa è una mia volontà". Poi il ritiro estivo, lòe prime partite di Europa League, le dichiarazioni di Spalletti alla vigilia del campionato ("senza programmazione non si può parlare di obiettivi"), le sconfitte con Genoa e Juve e la conferenza stampa in cui Spalletti ha sbattutto più volte i pugnio sul tavolo. Sembrava Nikita Krusciov, il leader dell'Urss che sbattè la scarpa ad una riunione dell'Onu. Era il 1959, 50 anni fa. Gli anni di Spalletti.