CORSERA - Raccontano che Napoleone non volesse generali bravi ma fortunati. La prima di Claudio Ranieri sulla panchina della Roma, chiusa in gloria dopo aver rischiato il tracollo, non è stata solo buona sorte, ma la sintesi non è del tutto falsa. Il Siena, ben messo in campo da Giampaolo, è andato in vantaggio al 16 con un contropiede che sembrava preso dalla cineteca dei gol subiti dalla Roma di Spalletti:
Dove stanno, allora, i meriti di Ranieri? Era partito con il 4-2-3-1, vecchio modulo di Spalletti, ma laveva depotenziato con un centrale difensivo come esterno sinistro (Burdisso per Riise) e un playmaker come trequartista centrale (Pizarro), rinunciando a schierare due punte anche per le condizioni non perfette di Vucinic. Un errore. Ma Ranieri è stato umile a correggersi e decisionista quando si è reso conto di aver sbagliato la prima sostituzione (il fantasma di Julio Baptista al posto dellinfortunato Brighi): a 20 dalla fine, con il Siena avanti, fuori Baptista e dentro Vucinic. E la gara è cambiata.
Mexès ha emendato parte dei suoi peccati con una volée di destro un po «sporca» che ha beffato Curci. Non è un particolare, però, che lassist sia venuto da Totti, finalmente affiancato da un compagno di reparto, e più libero di creare. Poi è arrivata la punizione di Riise, che ha un concetto tutto personale della difesa, però sta diventando un insospettabile bomber: nellultimo mese ha segnato 3 gol con la Norvegia e 2 con la Roma.
Il Siena ha protestato contro larbitro Damato che, secondo Giampaolo, si è fatto molto influenzare (seconda ammonizione di Codrea reclamata da De Rossi). Può essere. Quello che invece è certo è che i cori contro De Rossi («Come il suocero», Massimo Pisnoli, ucciso un anno fa in un regolamento di conti), che a fine partita voleva lanciarsi verso la curva ma è stato fermato dallabbraccio di 5 compagni, sono stati indegni di una città tanto bella e piena di storia. Il presidente Lombardi Stronati si è scusato, ma nel calcio italiano non si impara mai.