LAROMA24.IT - A Roma come a Lille Rudi Garcia ha già lasciato il segno. Per i risultati sul campo, soprattutto. Ma anche per una strategia comunicativa che, in Italia come in Francia,
A LILLE - Il Lille di Rudi Garcia arriva alla stagione 2010 dopo un quarto e un settimo posto. Durante il ritiro precampionato, Garcia risponde a chi gli paventa la possibilità di riuscire a lottare per la vetta: "Certo che no. Noi abbiamo un obiettivo chiaro, la qualificazione in Europa. Ci sono club superiori a noi, in termini di budget e di giocatori. Vogliamo arrivare tra le prime cinque".
A ROMA - All'alba di una torrida estate romana il tecnico di Nemours sbarca a Fiumicino e fila dritto a Trigoria. "La Roma è un club che deve vincere, e sono contento di essere qui per vincere. Differenze con la Francia? Questa sembra la conferenza prima di una finale, ma il campionato non è ancora cominciato...". Ma è solo un antipasto della conferenza del 13 luglio a Riscone di Brunico. Un gruppo di tifosi contesta i giallorossi, lui entra in gamba tesa: "Quelli che criticano il club e i giocatori non possono essere dei tifosi della Roma. Al peggio sono dei tifosi laziali". Si alzano le forche e si dimettono tifosi: la stagione sembra non trovare inizio peggiore.
QUINTO POSTO - Il 21 novembre del 2010, dopo i primi quattro pareggi iniziali, arrivano tre vittorie. L'ultima delle quali con il Monaco. "Il nostro obiettivo è di essere tra le prime cinque", ribadisce a scanso di equivoci Garcia. Più o meno lo stesso discorso che farà tre anni dopo, a Roma, prima della gara contro il Parma (3° di campionato): "Non dimentico che da due anni la Roma non gioca le coppe europee, il nostro obiettivo è tornare in Europa, finire la stagione nelle prime cinque posizioni". Eppure i giallorossi continuano a inanellare vittorie su vittorie. Prima dell'8° consecutiva, contro il Napoli, scarica il barile sulla schiena del maestro/rivale Benitez: "Il Napoli è costruito per vincere lo scudetto e giocare la Champions. Sono i favoriti". Comportamento e parole simili a quelle pronunciate nel dicembre di 3 anni prima, a Lille: "Noi potenziali campioni? Abbiamo perso in casa 3-1 contro il Lione e contro il Marsiglia, lo Scudetto sarà roba loro. Ma sognare non è vietato, e se saremo ancora lì nella volata finale...". Già, lo sprint finale. Elemento ricorrente in molte conferenze romane: "Il mio obiettivo è lo sprint finale con Napoli e Juventus. Tornare in Europa è la cosa più importante per me", dirà Garcia alla vigilia della sfida col Chievo, il 19 ottobre. Ancora, il 17 novembre, in un'intervisa a Stade 2: "Abbiamo bisogno di qualificarci per lEuropa League o forse la Champions. Finire tra le prime cinque è già un ottimo risultato".
LA CACCIA - Il deciso cambio di marcia del Lille, che dalla pausa natalizia in poi inizia la sua galoppata, corrisponde con la parziale svolta mediatica di Garcia. Che, davanti alle telecamere, si fa più naif: "Solitamente il Lille insegue, fa il ruolo del cacciatore. Ora siamo la preda, e sappiamo che la pressione è su chi caccia", dice nel febbraio 2011, dopo la vittoria con il Tolosa. Nei mesi successivi Garcia si toglie la maschera da lepre e riprende a scaricare valigie piene di aspettative sulle dirette concorrenti, Marsiglia e Lione. "Sono i favoriti, il Lille non è stato programmato per vincere", le sue parole al termine del 2-1 sul Valenciennes del 13 marzo. "La pressione è su di loro", continua una settimana dopo. Il pari con il Lorient (1-1) del 25 aprile intacca qualche certezza, ma la medicina del mago di Nemours è sempre quella: "Noi non abbiamo alcuna pressione. Sappiamo che il Marsiglia è favorito. Noi continuiamo a fare di tutto per rimanere sul podio e raggiungere la Champions League". A maggio, a ridosso del termine del campionato, il Lille non può più nascondersi. A chi gli fa notare che è quasi fatta, a due partite dalla fine, lui risponde da chef: "Stiamo cucinando. Diciamo che non si sente cattivo odore ed è quasi cotto...Ma non del tutto". L'apotesi è a Parigi, il 22 maggio, dopo il 2-2 con il Psg: "Voglio godermi ogni secondo". Un successo storico, 57 anni dopo l'ultima volta per i 'cani' del nord della Francia. Grazie soprattutto a Garcia, mago della tattica e delle parole.