KEYWORDS: Cellino, l'umorale. Baldini 'avvoltoio' o 'miglior dirigente possibile'?

25/10/2012 alle 17:42.

LAROMA24.IT - Roma, Via Po, ore 14.25 circa. Massimo Cellino fa il suo ingresso nella sede del Federcalcio. Oggi la Corte Federale discute infatti il ricorso presentato dal club sardo, contro lo 0-3 assegnato a tavolino al club giallorosso.



BELLE PAROLE - Partiamo dallo scorso 18 aprile 2012, quando ai microfoni di Tele Radio Stereo, Cellino aveva speso belle parole per la dirigenza giallorossa. "La Roma prendendo Baldini, e si è messa in casa i dirigenti migliori del nostro campionato". Si è parlato anche di mercato, nello specifico del difensore rossoblù Astori. E i segnali mandati dal numero uno cagliaritano sembravano distensivi: "Se dovessi trattare con qualcuno sarei felice di farlo con la Roma e con dei professionisti seri come i suoi dirigenti“. In quel caso non lesinò complimenti al giallorosso: "Ascoltare Baldini è sempre un arricchimento per ognuno di noi. Perché sono suggerimenti di valore figli della sua professionalità"

FRIZIONI - Un atteggiamento che però è radicalmente cambiato lo scorso 23 settembre. Dopo il 'colpo di mano' del presidente sardo, che invita i tifosi ad andare allo stadio nonostante il divieto imposto dal prefetto, la partita viene rinviata. "Situazione tra il ridicolo e il comico", aveva commentato il giallorosso, dopo che la società aveva preannunciato il ricorso (mai presentato) per ottenere la vittoria a tavolino. La replica di Cellino è arrivata il giorno dopo. Una nota pubblicata sul sito ufficiale del Cagliari (in un italiano approssimativo), che attaccava duramente il dirigente capitolino. "La Società Cagliari Calcio comprende i principi di Baldini pur non condividendoli, perché chi spera di avvantaggiarsi delle disgrazie altrui non può essere contraddistinto come tale. Se così fosse, a quel tipo di uomo di principi, il suo più appropriato stemma sarebbe quello dell'avvoltoio. Nonostante questa presa di posizione di Baldini  - prosegue la nota -  sappiamo che non rappresenta lo spirito dei romanisti, ai quali rimarremo sempre amici, in considerazione dei bei trascorsi e della lealta' che nel passato la nostra squadra ha avuto modo di apprezzare".  Altro affondo due giorni dopo, il 26 settembre. Stavoltadirettamente dalle colonne della Gazzetta dello Sport:  "Auguro comunque a Baldini di vincere così altre 10 partite: così può puntare allo scudetto!"

RETROMARCIA? - Il presidente cagliaritano, all'avvicinarsi del dibattimento della Corte Federale, aveva però fatto intendere di aver cambiato idea. Per la precisione l'altro ieri, e sempre ai microfoni di Tele Radio Stereo: "Baldini? - le sue parole - Io considero da sempre la Roma una società amica, delle persone non parlo, del presidente non parlo perché non lo conosco. Io onoro la giustizia, quella sportiva. Andrò a confrontarmi esponendo le mie idee, rispettando la magistratura sportiva, le regole vanno rispettate, vorrei che un mio eventuale errore non siano i tifosi del Cagliari a pagarlo, non voglio che il Cagliari sia il mio scudo ma io devo essere scudo del Cagliari, perché il Cagliari rappresenta un popolo, un'isola. Ripeto, andrò a esprimere il mio punto di vista, ma ciò non significa che la Roma sia una società nemica, anzi..". Ma la coerenza non sembra essere una sua qualità. In attesa del dibattimento della Corte, questo pomeriggio Cellino si è intrattenuto nei pressi della Figc per un caffè. E le sue ultime uscite che gli vengono accreditate sono tutt'altro che piacevoli per Baldini. "E' come il 2 novembre - riferito al giallorosso - Porta male", le parole del numero uno del Cagliari raccolte da gazzettagiallorossa.it, che poi ha aggiunto: “Tra noi non c’è molta simpatia”.



Salvo poi correggere nuovamente il tiro all'uscita della Figc: "Ho detto non è che la Roma passa dal lupo all’avvoltoio, l’ho detto per scherzo ed è stato riportato. Non mi permetto di dare dell’avvoltoio a nessuno.  Il presidente fa calcio per una questione di principio, oltre che economica, il dirigente lo fa essenzialmente per questioni economiche. Non possiamo parlare la stessa lingua, lui ha le sue posizioni e io posso anche permettermi il lusso di non difenderle, perciò non posso criticarlo"

DD