LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Te lo dico io, la Roma non sta cercando Cristiano Ronaldo, la Roma ha già preso Cristiano Ronaldo. Arriva il 30, lo presentano tra il Colosseo e il Circo Massimo, probabilmente su una biga. Ordinaria amministrazione. Sia chiaro. Se un giorno all'improvviso l'account Twitter della Roma annunciasse l'ingaggio di CR7, la sorpresa non potrebbe mai superare il clamore. Perché questa proprietà ha già dimostrato molto sulla fattibilità di operazioni apparentemente impossibili.
Questa puntata dell'#inthebox non deve fare luce sul futuro del fuoriclasse portoghese, è utile semmai a ricordare come siano cambiate le cose negli ultimi quattordici mesi. Dal 3 maggio 2021, quando (quasi) tutti ritenevano delirante accostare Mourinho alla Roma, al giorno successivo, che stoppò le rotative.
Passando poi per un mercato che in primavera sembrava stesse seminando Belotti e che a ferragosto raccoglieva il frutto Abraham. Oggi lo scenario è mutato. Le fonti che negavano in modo perentorio ogni possibilità di volo per la Roma, oggi pur di non prendere un buco aprono a qualsiasi scenario, e anche quando non sanno nulla la Roma la lanciano in orbita. Invece di lasciare raddoppiano. Visto che sono in ballo, ballano, e se la cantano. Non si limitano a cancellare la parola "mai" se in mezzo alle chiacchiere finisce la Roma, vanno oltre.
Svelano dettagli, raccontano retroscena, fissano date. Difficilmente riscontrabili nei fatti successivi. Ricordate tre anni fa quando fra Spagna, Inghilterra e Italia la notizia di Guardiola alla Juventus viaggiava su un binario parallelo alla realtà? Ambienti borsistici della capitale inglese, titolari dei ristoranti dei vip, immobiliaristi, traslocatori di lusso e aeroportuali. Un traffico di note audio che fu spazzato via soltanto dall'annuncio di Sarri in bianconero.
Tra allucinazioni collettive e fake, remote possibilità e fatti concreti, anche Roma conosce il suo lato oscuro, ma neanche troppo, del mercato, perché si fa luce giustificandosi (scuse respinte) con la paura di bruciarsi col fuoco di un nuovo corso che non offre punti di riferimento quando si alza l'asticella. Quando le trattative necessitano un riserbo tale che spesso non sono ad appannaggio neanche dei dipendenti del club. Perché per certi nomi gli iter sono diversi dalla media, coinvolgono uno stretto numero di persone, escludono tutte le altre.
Quando si apriva la strada che porta a Mourinho, vi possiamo garantire che (nelle due settimane precedenti l'annuncio), non solo la Roma, ma soprattutto persone vicine all'allenatore negavano, non per depistare, ma perché non erano a conoscenza di quanto stava per accadere. E chi cercava di evidenziare la possibilità del suo arrivo a Roma, veniva considerato un pazzo visionario, se non delirante. Da rinchiudere. Poi tutto è cambiato. Se oggi qualcuno di sana pianta si inventasse che la Roma sta per vestire di giallorosso Casemiro, Kroos e Benzema, chiunque si sentirebbe in dovere di svelare dettagli esclusivi. Perché, hai visto mai che poi è vero? Se si campasse serenamente, non sarebbe un problema dire che non risulta nulla.
Ma il calciomercato è diventato come twitch oggi, come Instagram e Twitter ieri. Ci si deve dare un tono. Sgomitando tra la folla per urlare al mondo che io ho dato per primo la notizia, io ci ho lavorato, io conosco dettagli e retroscena, io, io, io. L'egocentrismo patologico si misura contando le volte che le persone iniziano la frase con "io". Al terzo "io" pronunciato in due minuti, bisogna mandarle in quarantena. Isolandole. Anche se vi stanno confidando dove Cristiano Ronaldo prenderà casa e a quale scuola iscriverà la prole.
In the box - @augustociardi75